SCICLI. Le dimissioni del presidente del Consiglio comunale Vincenzo Bramanti (Udc) e dei consiglieri Mario Marino (Udc), Maurizio Miceli (Liberi e Concreti) non saranno surrogate dai partiti di appartenenza. Chi accetterà di surrogare i dimissionari lo farà a titolo personale. Udc e Liberi e Concreti hanno già detto che nessuno andrà in aula a rappresentarli. Il Pd deve ancora decidere per surrogare o meno il dimissionario Enzo Giannone. «Ribadiamo che le dimissioni utili alla risoluzione del problema che ha investito la città — dice il segretario del Pd Armando Cannata — sono quelle del sindaco, e affermiamo che lo spunto offerto dalle dichiarazioni e dalla scelta di Enzo Giannone e dalla disponibilità di Caruso, hanno avviato una riflessione interna dalla quale trarremo a breve conclusioni a cui - ovviamente - si atterranno tutti i consiglieri che aderiscono al Pd, anche subentranti».
Il segretario provinciale dell'Udc Pinuccio Lavima afferma che «le dimissioni di Bramanti e Marino rappresentano le scelte di tutto l'Udc e pertanto coinvolgono l'intera lista. L'Udc disconoscerà eventuali scelte che si dovessero discostare da tali scelte politiche del partito. L'Udc non solo dice di non volere entrare più in consiglio ma chiede le dimissioni del sindaco Susino».
È il deputato regionale Orazio Ragusa a dire al sindaco di lasciare. «Il sindaco Susino — afferma Ragusa — percepisca la difficoltà del momento e rassegni le dimissioni dall'incarico. C'è bisogno di ricominciare. La decisione del primo cittadino libererebbe la città da tutti questi veleni che ammorbano l'aria». Dal suo canto Susino, al momento, preferisce non replicare.
Caricamento commenti
Commenta la notizia