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Due chalet a Randello, il Comune di Ragusa
nega la concessione

RAGUSA. Il Comune dice "no" alla richiesta di concessione edilizia presentata per la realizzazione di uno chalet sulla spiaggia di Randello. La decisione è stata comunicata alla società che ne aveva fatto richiesta, ossia la Donnafugata Resort. Ad eccezione di ombrelloni e sdraio, posizionati sulla base di una concessione demaniale di competenza degli uffici regionali, non potrà essere creata alcuna struttura. Nella concessione data a metà giugno, la Regione chiedeva alla società richiedente di adoperarsi per la realizzazione delle strutture igieniche. Non essendoci concessione edilizia non potranno essere realizzati. Pare, tuttavia, che si faccia ricorso a quelli della Forestale. Non è chiaro se vi sia o meno una convenzione con l'ente regionale. Qualche giorno fa, era stata completata la rimozione della padana in legno che la società aveva fatto installare nella spiaggia per porvi poi sopra i lettini. Era stato il Comune a ordinare la rimozione, in quanto la struttura non era stata autorizzata. Era stato il sindaco, Federico Piccitto, ad assicurare che, per quanto di competenza comunale, si sarebbe fatto di tutto per tutelare quell'area. C'è chi non vuole neppure ombrelloni e lettini, ma in questo caso la "battaglia" deve spostarsi necessariamente su altri fronti. Come ha fatto Legambiente che ha presentato un esposto in Procura sostenendo che Soprintendenza e Agenzia del Territorio non avrebbero potuto rilasciare parere favorevole in quanto in contrasto con il Piano paesaggistico. Dal canto suo, Rosalba Panvini, soprintendente di Ragusa, aveva ribadito che il parere era stato dato in piena legittimità. La vicenda, ovviamente, seguirà adesso il filone d'indagine che disporrà la Procura. A Sinistra Ragusa chiede di fare chiarezza su tutta la vicenda. I contorni, tuttavia, appaiono assai ben definiti. Da un lato la concessione demaniale data dalla Regione fino al 2019 e dall'altro il diniego di quella edilizia, l'unica che è di competenza comunale. La questione dei bagni, come detto, appare risolta con l'utilizzo di quelli della Forestale. Il Comune - che ha dato un diniego alla richiesta di concessione edilizia anche ad una richiesta presentata da un'altra ditta per un impianto analogo poco distante - dovrà adesso affrontare il nodo del Piano di utilizzo delle spiagge. Nel 2009, il consiglio comunale approvò un piano che prevedeva due stabilimenti in zona Randello e altre strutture lungo il litorale del capoluogo. Quel piano, che è stato approvato senza alcun correttivo nonostante le dettagliate osservazioni proposte da Legambiente, non è mai stato approvato in via definitiva dalla Regione. A quanto pare non è mai stata chiesta la valutazione ambientale. Il sindaco assicura che c'è la volontà dell'amministrazione di rivedere quello strumento, approfondendo le osservazioni "cassate" a suo tempo dal consiglio comunale. Lo strumento passerà poi al consiglio comunale per l'approvazione e, infine, all'assessorato regionale Territorio e Ambiente affinchè diventi "esecutivo".

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