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Prezzo del latte, ancora nulla di fatto: gli industriali disertano l’incontro

Gli aumenti posti sul tavolo delle trattative dalla Regione non sono stati ratificati dagli «attori principali»

RAGUSA. Timidi segnali di ripresa per una vertenza, sul prezzo regionale del latte, che sembra davvero infinita. Ma nessun accordo è stato sottoscritto con gli industriali e il mondo della cooperazione. Il gruppo Zappalà e Latte Sole, tra l’altro, non erano presenti al vertice convocato dall’assessore regionale Dario Cartabellotta. Tra le novità di rilievo l’accordo di filiera voluto dall’assessorato regionale all'agricoltura per tutelare gli allevatori.
Le aziende dovranno essere remunerate per l’opera prestata, entrando nella catena del valore attraverso le filiere corte, il patto con l’agroindustria e l’alleanza con il sistema distributivo. In tale contesto il prezzo minimo del latte, secondo le indicazioni dettate dalla Regione, è di 42 centesimi + Iva per il latte bovino – con un aumento di ben 4 centesimi rispetto agli attuali 38 e 50 - e di 80 centesimi + Iva per il latte di pecora. I soggetti beneficiari degli aiuti pubblici o di altri interventi regionali devono rispettare l’accordo di filiera sottoscritto pena la revoca del contributo.
Un accordo di massima, dunque, su cui dovranno esprimersi ancora gli industriali. «Abbiamo il timore che sia una manovra prettamente politica – spiega il presidente di Ragusa Latte, Giovanni Schembari -; i produttori non credono più agli annunci e ai grandi proclami. Occorre sedersi tutti attorno ad un tavolo e parlare in maniera semplice e concreta».
La Coldiretti parla di un provvedimento sicuramente importante ma occorre chiedere un incontro urgente con gli industriali.
«Coldiretti ha chiesto all’assessore Cartabellotta un confronto tra le parti – dice il direttore della Coldiretti ragusana, Gerardo Forina - sono mancati in questo vertice gli attori principali per la contrattazione. Questa chiusura da parte degli industriali è inaccettabile. Dispiace che sotto campagna elettorale qualcuno abbia strumentalizzato l’intera vicenda annunciando la firma di un accordo che è realmente solo sulla carta».
«Si tratta – commenta il presidente provinciale Confcooperative Ragusa, Gianni Gulino – di un altro provvedimento che, seguendo di pochi giorni quello relativo al decreto salva quote, anche in questo caso rivolto agli operatori zootecnici del territorio, è teso a rispondere alle esigenze di un comparto in grave crisi. Occorre, adesso, guardare oltre e sottoscrivere l’intesa tra le parti».
La Regione, intanto, ha firmato un decreto con il quale si autorizza alle aziende zootecniche che ricadono nei territori di Ragusa e Agrigento, colpite dal ciclone Athos, la revoca della quota latte per il mancato raggiungimento dell'85% di quota prodotta nella campagna 2012- 2013. A causa di un prolungato periodo di siccità, della crisi e la conseguente impossibilità di rifornire le aziende zootecniche di un’adeguata riserva, le aziende rischiavano di veder revocate le quote latte.

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