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Tagli ai servizi sociali, coro di polemiche in città

Il partito comunista imputa la decisione al mancato aumento dell'Imu. Posizione condivisa dal Movimento Territoriale. Scelta "ignobile" per l'Italia dei Valori

RAGUSA. Ritirare la delibera del Consiglio comunale di Ragusa che diceva «no» all’aumento dell’Imu per la seconda casa. La richiesta è del Partito comunista dei lavoratori che imputa al mancato aumento della tassa i tagli ai Servizi sociali. «I tagli effettuati sull'assistenza alle persone con disabilità e sulle famiglie in disagio economico - argomenta il partito - che si rivolgno ai servizi sociali, sono il frutto di una scelta politica scellerata da parte delle forze di centrodestra e di centrosinistra presenti in consiglio comunale».

Secondo il partito di Michele Mililli, si è trattato di una scelta politica «scellerata, fatta dai partiti in consiglio comunale che hanno preferito difendere i proprietari delle seconde case dall’aumento dello 0.3% dell'IMU sapendo che questo avrebbe significato un taglio ai fondi per i servizi sociali».

Posizione in un certo senso condivisa dal Movimento Territorio che punta il dito contro quei consiglieri comunali che, usciti dalla maggioranza hanno votato contro l’aumento dell’Imu che invece «avrebbe evitato guai maggiori a Ragusa». Il Partito comunista dei lavoratori nell’esprimere solidarietà alle famiglie in difficoltà, le invita a «costituire assieme un comitato di cittadini che costringa il consiglio comuale a ritirare questa delibera».

«Ignobile» tagliare i fondi agli indigenti, per l’Italia dei Valori che con Giovanni Iacono comunica che il gruppo consiliare è al lavoro sul regolamento per l’attribuzione dei sussidi ma che in attesa dell’approvazione le persone che percepivano il sussidio anche in virtù di un lavoro svolto (custodi nelle ville comunali e negli impianti sportivi) hanno diritto a riavere quel lavoro che poteva dare loro sostentamento invitando il commissario comunale Rizza a pensare agli indigenti piuttosto che ai dirigenti.  GIA.D.

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