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L’ex primario Civello rinviato a giudizio, due medici assolti con il rito abbreviato

Sotto processo a marzo anche altri due professionisti ed un imprenditore etneo. Il Gup ha emesso anche una condanna per truffa a 4 mesi

RAGUSA. Secondo l’accusa sarebbero state chieste somme non dovute ai malati bisognosi di interventi chirurgici per saltare le liste di attese ed essere operati in regime di Attività libero professionale intramoenia. È finita con quattro rinvii a giudizio davanti al Tribunale collegiale ed altrettanti proscioglimenti l’ultima udienza davanti al gup del Tribunale nel procedimento nato dall’operazione «Alpi Iblee», condotta dai carabinieri del Nas, che il 13 gennaio dell’anno scorso portò agli arresti domiciliari il professore Ignazio Massimo Civello, 64 anni, all’epoca direttore della Chirurgia Generale dell’ospedale Civile. Definite anche le posizioni dei tre medici chirurghi che hanno chiesto il rito abbreviato. Il Gup del Tribunale Giovanni Giampiccolo, infatti, ha emesso contestualmente ai rinvii a giudizio anche una sentenza di condanna (per uno solo dei capi di imputazione) per un medico chirurgo e due di assoluzioni. Per il professore Civello sono stati fissati due processi. Il primo per il 26 febbraio per un caso di tentata concussione. Il secondo per il 26 marzo per il troncone principale che comprende vari casi di concussione, omissioni di atti di ufficio, truffa, lesioni, falsità idelogica. In questo troncone compariranno anche altri due medici: Vincenzo Antonacci, 60 anni e Rosario Arestia, 50 anni, ed un imprenditore etneo. Il professore Civello, così come altri nove professionisti a giudizio, è stato prosciolto dal reato associativo. Per l’ex primario sono caduti anche un terzo dei 25 reati iscritti in agenda. Il collegio difensivo composto dagli avvocati Michele Sbezzi e Giovanni Grasso per questa ragione si è detto moderatamente soddisfatto confidando nell’istruttoria dibattimentale per fare cadere anche le accuse rimaste. Gli indagati in origine erano dodici. La posizione di due medici, entrambi tirocinanti romani, è stata stralciata con l’archiviazione mentre è stato inserito nel faldone un imprenditore catanese di 45 anni, accusato di concorso in concussione insieme a Civello ed Antonacci per avere chiesto contributi ad alcuni informatori scientifici per organizzare un convegno medico. Il procuratore Carmelo Petralia aveva chiesto 4 ordinanze di custodia cautelare, di cui tre ai domiciliari per due medici, il citato Antonacci, rinviato a giudizio per concussione e falsità ideologica, Carmelo Iozzia, 52, difeso dall’avvocato Francesco Zisa, condannato a 4 mesi per una presunta truffa (il Pm aveva chiesto un anno ed 8 mesi ipotizzando anche due casi di falsità ideologica ed uno di lesioni) e Giuseppe Lombardo, 44 anni, infermiere, ieri prosciolto così come richiesto dall’avvocato difensore Maurizio Catalano, e quella di Civello in carcere, contestando agli indagati anche il reato associativo. Il Gip Claudio Maggioni, già nel gennaio dell’anno scorso, ritenne i reati contestati episodici. Con l’abbreviato è stato assolto con la formula più ampia, come richiesto dall’avvocato Laura Migliore, il medico chirurgo Alfio Salvatore Nicosia, 50 anni, accusato di un caso di concussione, per cui il Pm Marco Rota aveva chiesto la condanna a 2 anni di reclusione. Assolto per mancanze di prove il medico chirurgo Corrado Migliore, 59 anni, difeso dagli avvocati Francesco e Giovanni Pannuzzo. Era accusato di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale: il Pm aveva chiesto la condanna ad un anno e due mesi di reclusione.

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