Un’immagine che affiora da lontano, dalla cultura dell’antica Grecia intrecciata alla storia siciliana, tra i rivoli della tradizione iconografica medievale e moderna, attraverso lo sguardo di uno dei massimi esponenti della street art figurativa mondiale. Liberata dal peso del tempo sulla facciata di un palazzo, riacquista una dimensione quotidiana e popolare, simbolo laico di un valore eterno che non può avere confini geografici, etnici o religiosi: la generosità. È questo il tema e l’orizzonte dell’opera murale che Guido Van Helten, in collaborazione con FestiWall, sta realizzando a Ragusa in occasione del quarantennale dell’Avis, per celebrare il lavoro dell’associazione e dei tantissimi donatori di sangue della provincia, che per numero non ha eguali in Italia e in Europa. La generosità intima e individuale, che sul muro diventa sociale, diffusa, patrimonio collettivo condivisibile da tutti, ma anche circolare, come un dono reciproco, scambio fra l’autore e la città, fra la sensibilità del primo e l’apertura all’ascolto della seconda. L’artista australiano prosegue così il dialogo con il tessuto cittadino avviato da FestiWall, il festival internazionale d’arte pubblica a Ragusa, che quest’anno giunge alla sua quinta edizione, in continuità armonica con gli spazi urbani de «L’attesa», l’opera realizzata da Van Helten nel 2017 sul doppio prospetto del Liceo Classico ragusano, proprio vicino alla sede comunale dell’Avis. Ad ispirare l’autore, questa volta, è stata «la ricerca sull’iconografia classica, attraverso i grandi maestri che hanno trattato il tema della carità. Ho poi trasportato questi studi sulla grande tradizione degli scalpellini iblei, visitando gli splendidi palazzi barocchi di Ragusa Ibla, le sculture del cimitero monumentale e il museo Archeologico. Mi piacerebbe che l’opera finita potesse diventare il simbolo contemporaneo di un’importante associazione come l’Avis». E sarà proprio la vallata iblea, lungo la strada che da via Risorgimento porta all’antica città, ad offrire, anche di notte, il punto di vista più suggestivo per ammirare il murale, attraverso un’ottica esterna dal contesto urbano: una novità assoluta rispetto a tutte le altre opere pensate per il FestiWall. Ci vorrà ancora qualche giorno, ma nell’attesa, chiunque voglia osservare il work in progress di Guido, può recarsi in via Giordano Bruno, sotto il palazzo dell’associazione.