Samot Ragusa Onlus partecipa per l'Italia al consorzio internazionale per sviluppare uno strumento che faciliti il processo decisionale relativo alla scelta sull'interruzione della somministrazione dei farmaci antitrombotici. L’organizzazione senza finalità di lucro che opera da anni in Sicilia, nelle province di Trapani, Siracusa e Ragusa, nell’ambito delle cure palliative domiciliari, mediante accreditamento con il servizio sanitario regionale, è parte del consorzio, guidato dall’ospedale universitario di Leiden in Olanda (Leiden University Medical Center) e Cardiff University, in collaborazione con altre 11 organizzazioni europee, che ha ricevuto 6 milioni nell’ambito del Programma quadro dell’Unione europea «Horizon Europe».
«I farmaci antitrombotici - si legge in una nota di Samot Ragusa - sono raramente sospesi nei pazienti oncologici durante le cure palliative, nonostante nelle ultime fasi della vita siano associati a frequenti episodi emorragici. Molti pazienti oncologici ricevono trattamenti antitrombotici. Questi farmaci riducono la coagulazione del sangue, abbassando il rischio di trombosi, ma presentano anche alcuni effetti collaterali, ad esempio emorragie, che determinano un conseguente peggioramento della qualità della vita». «Solo raramente questi farmaci vengono sospesi durante l'ultima fase della vita», affermano Erik Klok, professore di medicina del Leiden University Medical Center, e Simon Noble, professore di cure palliative della Cardiff University.
«Ciò è dovuto alla mancanza di evidenze scientifiche e alla ritrosia dei medici nell’affrontare con i pazienti il tema delle terapie nell’ultima fase della vita», dicono. Klok, Noble e i loro colleghi sperano di incoraggiare questo dialogo con uno strumento condiviso a supporto delle decisioni: con un’app online, il progetto si propone di stimolare il confronto medico-paziente, al fine di valutare opportunamente i rischi individuali di trombosi ed emorragia.
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