Ragusa

Sabato 23 Novembre 2024

Modica, prima antologica del pittore Giuseppe Colombo

GIUSEPPE COLOMBO, Il mio d’aprés da Vermeer - olio su tela - cm 100x40 - lgt
GIUSEPPE COLOMBO, Notturno - pastello su carta - cm 46x37 - 2012
GIUSEPPE COLOMBO, Nudo - matita e fusaggine su carta - 2009
GIUSEPPE COLOMBO, Ofelia (da Millais) - matita carboncino e collage su carta - cm 19,5x29 - 2015, lgt
GIUSEPPE COLOMBO, Paesaggio in ombra - olio su tela - cm 124x86 - 2010, lgt
GIUSEPPE COLOMBO, Ragazza alla finestra, olio su tela, cm 30x40 (2010), lgt
Giuseppe Colombo, ritratto nel suo studio (ph. Gianni Mània)

MODICA. A Modica, negli spazi del Convento del Carmine, dall’11 dicembre al 31 gennaio 2016 settanta opere ripercorrono i primi quindici anni di carriera di Giuseppe Colombo. Si tratta della prima antologica dedicata al pittore siciliano. Curata dallo storico dell’arte Paolo Nifosì, la mostra è organizzata dalla Fondazione Teatro Garibaldi con il patrocinio del Comune di Modica e il coordinamento di Tonino Cannata. S’inaugura venerdì 11 dicembre, ore 18. Eccellente disegnatore – notato sul finire degli anni Novanta da Franco Polizzi del Gruppo di Scicli, che lo presenta a Guccione, autore di un testo per la sua prima personale – Colombo, 44 anni, alterna paesaggi e nature morte per tornare spesso al ritratto, al nudo. “Utilizza la fuliggine, il carboncino, la matita - continua Nifosì -  traendo spunto da foto dell’Ottocento. E’ del 2004 un ritratto di Degas, del 2009 un Nudo, che idealmente vuole essere un omaggio a Courbet, un altro Nudo verticale tratto da una foto dell’Ottocento: il corpo in questi casi emerge dall’oscurità potenziando la seduzione e il coinvolgimento. La sua tentazione dell’ombra, della sua ambiguità e del suo mistero, continua a ritornare anche negli oli e ne è un esempio Nudo al tramonto (2010), dove l’eros suggerito e alluso contiene il “memento mori” della Morte di Maria del Merisi”. Fra i paesaggi spicca “Marina di Modica”, “Un dipinto – dice Nifosì - che in parte è una dichiarazione di poetica riguardo alla sua idea di obiettività, proposta di sviluppi di volumi in profondità, di luci che ne definiscono le superfici, di sperimentazioni pittoriche in atto, anche in relazioni alla frequentazione dei suoi maestri diretti, Guccione e Sarnari e a memorie hopperiane”. “Colombo – scrive Marco Goldin, nel catalogo della mostra “Il Gruppo di Scicli” (Conegliano, 2001) – rivela il suo talento nel riappropriarsi dell’evidenza visiva con uno sguardo penetrante, con lenti potentissime, animando di rinnovata energia ciò che lo sguardo percepisce, a dimostrazione che la poesia è possibile coglierla intorno a noi e che i poeti e gli artisti hanno la virtù di rivelarcela”. Fra gli interventi nel catalogo dell’antologica di Modica, figura quello di Stefano Malatesta. Il giornalista e scrittore, estimatore dell’arte di Colombo, scrive: “Ci sono altri artisti che devono stare attenti alla loro straordinaria capacità tecnica che li può portare molto lontano, più lontano di quanto essi stessi vorrebbero. Giuseppe Colombo rientra in questo ristretto giro. Quando ho visto per la prima volta un suo disegno acquerellato, il soprannome che mi è venuto spontaneo da dargli è stato quello di Le magiciens du crayon.   Era una volpe uccisa e abbandonata lungo una strada di campagna. Vista con una prospettiva laterale, dava un senso di movimento anche se l’animale era morto. Un piccolo capolavoro. Io credo che Giuseppe sia uno dei migliori disegnatori italiani in assoluto”. Nel catalogo dedicato alla mostra, oltre al saggio del curatore Nifosì e di Stefano Malatesta – col quale Colombo ha realizzato nel 2012, a Roma, un’esposizione di opere di entrambi ispirate a una raccolta di racconti di Malatesta – figura quello di Massimo Blanco, docente di Letteratura Francese alla Sapienza di Roma.  Le immagini in catalogo sono del fotografo Gianni Mània. Orari: dal lunedì al giovedì 10-20. Dal venerdì alla domenica ore 10-21. Ingresso 2 euro, gratis i minori di 12 anni.  Info 0932 946961

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