SANTA CROCE CAMERINA. Piantine di fiori freschi piantati di recente sul terreno. La foto di Loris con la scritta «colui che dentro di noi non muore mai». Il messaggio lasciato da tempo dalla madre, con immagini del bambino e un cuore e la firma 'da mamma". È il piccolo 'monumento" Loris, realizzato nel canalone di contrada Mulino Vecchio di Santa Croce Camerina dove il 29 novembre del 2014 è stato trovato il corpo del piccolo. Nessuno passa per la strada, in un giorno assolato, non lontano dalla spiaggia di Punta Secca, resa famosa per la presenza della 'casà del commissario Montalbano. 'Non siamo di Santa Croce Camerina". 'Non abbiamo sentito parlare del caso". 'La vicenda l'ho seguita, ma non c'è alcunchè da dire". Così il paese del Ragusano dove è stato ucciso il piccolo Loris reagisce all'indomani della sentenza di condanna a 30 anni di reclusione della madre, Veronica Panarello, perchè riconosciuta colpevole di avere ucciso il bambino e di averne occultato il cadavere. In realtà di Loris e della sentenza a Santa Croce Camerina se ne parla, eccome. Ma a bassa voce e non con 'forestieri", quelli che non sono del paese. C'è pudore, ma anche una voglia di chiudersi a riccio, dimenticare una storia drammatica e dolorosa che ha come 'protagonista una 'forestiera", come Veronica Panarello veniva 'vissuta" a Santa Croce Camerina. C'è anche chi lapidaria afferma alla 'Catalano": «se l'ha fatto lei le sta bene, se non l'ha fatto poverina lei...». E tra tante voci che non vogliono parlare o che introducono un dubbio («ma è possibile che abbia fatto tutto da sola?»), c'è di non ha dubbi e sostiene con fermezza: «è stata una sentenza giustissima, anche se non l'ha ucciso, solo per avere portato il corpo nel canalone merita 30 anni... una madre certe cose non le fa...».