Ragusa

Domenica 28 Aprile 2024

Veronica piange sulla tomba del figlio Loris: le immagini dal cimitero

 
La madre fa visita a Loris nel cimitero - Fonte Ansa
 
 
Il cimitero in cui è sepolto il piccolo Loris - Fonte Ansa
Veronica Panarello
Loris Stival
Veronica Panarello esce dalla Questura di Ragusa, per essere condotta nel carcere di Catania in stato di fermo per l’omicidio del figlio, Andrea Loris Stival, 09 dicembre 2014. ANSA/MARCO COSTANTINO
Veronica Panarello esce dalla sua abitazione con il cappuccio nero di un giubbotto a coprirle il volto. La mamma di Loris Stival sale con il marito su un’auto civetta della polizia che la condurrà in procura a Ragusa dove sarà sentita dal procuratore Carmelo Petralia e dal sostituto Marco Rota, Santa Croce Camerina (Ragusa), 8 dicembre 2014. ANSA / FRAME DA VIDEO ANSA DI DOMENICO OCCHIPINTI
In un fermo immagine i genitori di Loris Stival durante un sopralluogo in Contrada Mulino Vecchio di Santa Croce Camerina (Ragusa) dove è stato trovato morto il loro figlio di 8 anni, 30 novembre 2014. ANSA

RAGUSA. «Lo scoprirò chi è stato...». Urla la sua innocenza anche dentro il cimitero di Santa Croce Camerina, davanti la lapide del figlio, Veronica Panarello. Jeans e maglietta nera, è la prima volta che, da quando è stata arrestata, che può fare visita a Loris, 8 anni, che è accusata di avere ucciso il 29 novembre del 2014, strangolandolo con fascette di plastica e di averne poi gettato il corpicino in un canalone di contrada Vecchio Mulino. Scortata dalla polizia di Stato arriva alle 17.22, dopo che un nubifragio si è abbattuto sulla zona, dentro un furgone della polizia penitenziaria in un cimitero 'blindatò dalla mattina dalle forze dell'ordine che lo rendono un 'fortinò inespugnabile a cronisti, fotografi e cineoperatori. Bonificato e super sorvegliato. Vi resterà un'ora. Scende senza tradire emozioni all'inizio. Prende i fiori che ha comprato per lei suo padre, Francesco Panarello. Glieli consegna il suo legale, l'avvocato Francesco Villardita, un mazzo di girasoli, margherite gialle e rose bianche. Poi la donna li depone davanti la lapide. La lasciano sola, anche i suoi più stretti familiari che avrebbero potuto partecipare, ma nessuno si presenta. Restano lei e il suo Loris, che la Procura di Ragusa ritiene abbia ucciso. Parla sottovoce e piange. Le sfugge soltanto un urlo: «lo scoprirò chi è stato...». «È stato un momento di grande dolore», è il commento del penalista che le è stato alcuni minuti accanto per sorreggerla. Non è stata vicina a Veronica il paese: Santa Croce Camerina ha ignorato il suo 'ritornò in paese. Nessun curioso e neppure voglia di parlare: in piazza Vittorio Emanuele il 'termometrò segna 'voglia di dimenticarè, ma si segue lo stesso davanti a televisioni dirette e telegiornali. Non dimenticano Loris invece turisti e curiosi. Il Vecchio Mulino è diventato un luogo di pellegrinaggio dove persone arrivano, depongono dei biglietti o dei fiori e vanno via. Il flusso non si è interrotto dal quel maledetto 29 novembre del 2014. E anche la tomba lo è diventato. «Diversi turisti - rivela un dipendente del Comune in servizio al cimitero, Vincenzo Zisa - vengono a chiedere dov'è la lapide, si fermano un attimo in preghiera e lasciano dei fiori. C'è molto rispetto. Anche stamattina era venuto un signore, ma la polizia non lo ha fatto avvicinare». Veronica Panarello è potuta uscire dal carcere di Agrigento grazie a un permesso del Gip di Ragusa, su parere positivo del procuratore Carmelo Petralia, ma con delle limitazioni molto restrittive: divieto assoluto di contatto con chiunque, tranne che con il suo legale, e i suoi familiari, che non si sono presentati. La donna si è sempre proclamata innocente, anche dopo che il marito, Davide Stival, ne ha preso le distanze. Al centro dell'inchiesta, la ricostruzione del giorno della scomparsa di Loris: Veronica Panarello ha sempre detto di averlo accompagnato a scuola, ma le riprese delle telecamere posizionate vicino casa e all'istituto, visionate da polizia di Stato, squadra mobile e carabinieri, sembrano smentirla. Al centro del procedimento indiziario, avviato dalla Procura di Ragusa, ci sono quelle che i pm definiscono «le bugie di Veronica». Accuse sempre respinte dalla donna, che oggi è tornata a urlare la sua innocenza davanti la tomba del figlio.

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