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È morto il comisano Giovanni Bombace: una vita a studiare il mare e la pesca, dalla Regione Siciliana al Cnr

Condusse le prime ricerche sullo strascico nel Mediterraneo. Aveva 94 anni

Domenica notte è deceduto, all’età di 94 anni, il professor Giovanni Bombace, siciliano, primo direttore e fondatore della sede di Ancona del Cnr e studioso della pesca per la Regione Siciliana. È nato a Comiso il 23 marzo del 1929. Laureato in Scienze Naturali all’Università di Catania, per 15 anni è stato ricercatore del Centro sperimentale della pesca della Regione Siciliana, condusse ricerche sulla pesca a strascico nel Canale di Sicilia.

Nel 1971 fu chiamato dal Consiglio nazionale delle ricerche ad Ancona a dirigere il laboratorio di tecnologia della pesca, divenuto in seguito Istituto di ricerche sulla pesca marittima (Irpem), organo di ricerche applicate al settore della pesca ed alla Scienza del mare che, sotto la sua guida, fino al 1996, ha assunto notevole rilevanza scientifica, non solo in Italia, ma nell’intero bacino del Mediterraneo. La sede di Ancona continua oggi la sua attività come Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine (Irbim).

Le ricerche e gli studi svolti da Bombace vanno da quelli di biologia marina e di bionomia a quelli relativi alla ricerca di nuovi fondi strascicabili per la pesca d’altura siciliana, da quelli relativi alla commercializzazione del pescato ed ai mercati di produzione, agli studi e ricerche sulla fascia costiera ed alle ricerche sulle barriere o strutture artificiali, dalle problematiche di gestione delle risorse fino agli aspetti normativi connessi. Diede un contributo fondamentale alla stesura della legge 41/1982, chiamata Piano per la razionalizzazione e lo sviluppo della pesca marittima.

Sostenitore della necessità di portare la conoscenza della realtà della pesca italiana oltre la ristretta cerchia degli addetti ai lavori, nel 1983, per la Rai, Dipartimento scuola educazione, curò la realizzazione delle 12 puntate del «Corso di aggiornamento per addetti al settore della pesca», che fece conoscere al grande pubblico le problematiche del settore e della ricerca scientifica applicata alla gestione delle risorse ittiche. Dopo il pensionamento, per limiti di età, nel 1996, continuò a frequentare il suo istituto, di cui era senior associato, dispensando suggerimenti ai giovani e continuando a scrivere. La sua ultima fatica, «Il tonno atlanto-mediterraneo (Thunnus thynnus) e le sue popolazioni», pubblicato da C. Saladino Editore, vide la luce nel 2021.

Fu presidente eletto del Consiglio generale della pesca del Mediterraneo (Cgpm) della Fao dal 1980 al 1982 e del comitato Vertebrati marini e cefalopodi della Ciesm dal 1980 al 1984, oltre che della Società italiana di biologia marina, di cui era socio onorario dal 2000.

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