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A Ragusa un laboratorio specialistico per la prevenzione della cecità

Non c'è esercizio migliore che stendere la mano e aiutare gli altri ad alzarsi. Un percorso iniziato cinquant'anni or sono, nel 1969 per l'esattezza, in punta di piedi, che ha dato frutti inaspettati.

Per aiutare i ciechi e gli ipovedenti a rialzarsi e ad essere totalmente autonomi, oggi l'Unione italiana ciechi di Ragusa, ente Morale con personalità giuridica di diritto privato, che in provincia di Ragusa opera, senza fini di lucro, attraverso una propria sede provinciale e le tre sottosezioni aperte a Modica, Scicli e Comiso rappresenta il fiore all'occhiello dell'intera Sicilia per i servizi che assicura agli oltre 15 mila i ciechi e ipovedenti sparsi in tutta l'Isola, agli 800 che vivono nel Ragusano dei quali 431 sono soci dell'unione di Ragusa (191 i ciechi e 210 gli ipovedenti).

"Questi sono numeri importanti - spiega il presidente dell'Unione italiana ciechi di Ragusa, Salvatore Albani - di una struttura associativa che è diventata il punto di riferimento in ambito regionale. Molti servizi, a causa dei drastici tagli che sono stati operati dalla Regione in un recente passato pari a 300 mila euro, sono stati ridimensionati".

L'articolo nell'edizione della Sicilia Orientale del Giornale di Sicilia

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