Due anni fa la morte di Daouda Diane, l’ivoriano di 37 anni scomparso nel nulla ad Acate dopo aver trascorso mezza giornata di lavoro in un cementificio. Domani il sindacato Usb lo ricorderà con una manifestazione nei pressi della casa di Daouda, ad Acate, all’insegna dello slogan «Noi non dimentichiamo».
«Ci ritroveremo con gli amici di Daouda - spiega il segretario dell’Usb provinciale, Michele Mililli - e ci sarà anche una raccolta fondi per la sua famiglia. Non vogliamo spegnere i riflettori, anche se l’inchiesta non è approdata a nulla e nessuno oggi sa chi siano i responsabili della morte di Daouda». Anche il segretario provinciale della Cgil, Peppe Scifo, ha scritto una lettera per ricordarlo Daouda scomparve in un caldissimo sabato 2 luglio del 2022: l’ivoriano fece dei video all’interno del cementificio, mentre si trova al lavoro, con un arnese in mano. Li inviò ad un amico e al fratello in Costa d’Avorio. Poi più nulla. Di lui subito dopo si sono perse le tracce. Nessuno lo ha visto uscire dal cementificio. Nessuno lo vede più. A casa sono rimasti i suoi oggetti, i soldi, il biglietto aereo già acquistato perché il 21 luglio sarebbe dovuto ritornare in Costa d’Avorio per riabbracciare la moglie e il figlioletto che non vedeva da cinque anni.
L’inchiesta avviata dalla Procura di Ragusa, affidata ai carabinieri e coordinata dal sostituto procuratore Silvia Giarrizzo, ha portato all’iscrizione di quattro persone nel registro degli indagati (una alla Procura di Catania perché minorenne). Ma si trattava di un atto dovuto per permettere di effettuare dei rilievi e dei controlli in alcuni terreni di proprietà dei titolari della ditta dove Daouda ha trascorso le sue ultime ore. Nessun atto di imputazione è mai stato formulato. Non c’è ancora la conclusione delle indagini.
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