Nessun fondo diretto a Mediterranea ma sostegno alle diocesi che hanno presentato progetti di accoglienza a favore dei migranti, compreso il sostegno ai salvataggi in mare: lo chiarisce la Conferenza episcopale italiana, da giorni al centro di alcune inchieste giornalistiche che l’hanno messa sotto accusa per presunti finanziamenti alla ong di Luca Casarini. «Ogni vita va salvata!», ribadiscono i vescovi italiani che replicano agli articoli (pubblicati da Panorama e da La Verità) ed esprimono «sdegno e disappunto» per la pubblicazione delle chat, venute fuori nel contesto dell’inchiesta giudiziaria della procura della Repubblica di Ragusa a carico di Mediterranea Saving Humans-Aps «per presunto favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e presunta violazione del codice della navigazione».
Il cardinale presidente della Cei, Matteo Zuppi, difende il sostegno delle diocesi ai salvataggi in mare: «Le cose sono molto chiare: due diocesi hanno presentato un progetto alla Cei che prevedeva una formazione e anche il contributo per salvare i profughi in mare. Ancora l’altro giorno è morta una bambina di due anni, sappiamo quanto il Mediterraneo sia un cimitero. Quindi penso che le due diocesi abbiano fatto bene ad aiutare a ridurre questa sofferenza», sottolinea Zuppi, parlando a Tv2000. Poi ha ricordato che «chi salva in mare è soprattutto la guardia costiera. Il 95% dei salvataggi in mare viene operato proprio dalla guardia costiera, che fa un lavoro encomiabile e straordinario, di grandissima professionalità e anche soprattutto in difesa della legge del mare».
La Chiesa italiana ha dunque precisato l’entità e le modalità di finanziamento. Alle notizie di stampa che parlavano di oltre 2 milioni di euro trasferiti nei fondi della ong impegnata nei salvataggi in mare, la Cei chiarisce che «non ha mai sostenuto in modo diretto Mediterranea Saving Humans-Aps, ma ha accolto una richiesta presentata da due diocesi in una cornice ampia che prevede, secondo il magistero di Papa Francesco, l’accoglienza, la protezione, la promozione, l’integrazione dei migranti e la cura e l’assistenza agli sfollati in zona di guerra in Ucraina. Tutto ciò con un sostegno nettamente inferiore rispetto a quello riportato sulla stampa: 100 mila euro a ciascuna diocesi nel 2022 e così pure nel 2023». Nella nota della Cei non si fa riferimento esplicito alle due diocesi in questione ma negli articoli di stampa era emerso che nella vicenda erano coinvolte soprattutto quelle di Palermo e Napoli.
Ma soprattutto oggi la Chiesa italiana ribadisce che il salvataggio e l’accoglienza dei migranti sono tra le priorità della sua azione pastorale: «in questo solco, si muove e si muoverà l’azione ecclesiale con libertà e nel rispetto dei ruoli di ciascuno, schierandosi dalla parte di chiunque soffre fuggendo da guerre, violenze e povertà».
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