Il Tribunale di Ragusa ha assolto, con la formula "perché il fatto non sussite", l’ex sindaco del comune di Vittoria, Giuseppe Nicosia, il fratello Fabio ed altri sei imputati coinvolti nel processo Exit Poll che aveva ipotizzato connivenze tra mafia e politica durante le amministrative del 2016. Il Pm della Dda di Catania, Alfio Gabriele Fragalà, che aveva chiesto la derubricazione della contestazione in reato elettorale, aveva chiesto l’assoluzione per l’ex sindaco di Vittoria per non avere commesso il fatto. Assolti anche Raffaele Di Pietro, Nadia Fiorellini, Vincenzo Gallo, Raffaele Giunta, Venerando Lauretta e Giombattista Puccio.
Sulla vicenda è intervenuto il senatore Salvo Sallemi di Fdi, componente delle commissioni Giustizia e Antimafia. “Innanzitutto sento di esprimere soddisfazione umana - ha detto - per l’esito della sentenza che ripaga chi, come l’ex sindaco Nicosia, ha subito una gogna esistenziale e un percorso di sofferenza. Siamo sempre stati su parti contrapposte ma ho sempre sostenuto che la sua azione politica non avesse avuto a che fare con la criminalità». «Oggi arriva il verdetto del tribunale di Ragusa che - ha aggiunto l’esponente di Fdi - certifica, con l’assoluzione, ciò e che rafforza quanto abbiamo sempre sostenuto: lo scioglimento del Comune di Vittoria è stato ingiusto».
Per Sallemi «ora più che mai è il momento di fare chiarezza e piena luce: avevo annunciato che avrei portato in commissione Antimafia il tema degli scioglimenti dei Comuni e il caso Vittoria, a seguito della lettura delle motivazioni della sentenza, sarà analizzato per capirne origini ed eventuali istigatori». «Sono convinto - ha concluso Sallemi - che ben presto anche l’ex sindaco Giovanni Moscato, che ha sempre operato con correttezza pagando però uno scotto altissimo avrà giustizia e vedrà riconosciuta la sua condotta cristallina».
«Tutti assolti nel processo. Pendo atto della sentenza, perché le sentenze, mi hanno insegnato, si rispettano» dice il sindaco di Vittoria, Francesco Aiello. Per Aiello tuttavia le ragioni che portarono allo scioglimento del Comune a seguito dell’indagine della Procura di Ragusa, «stanno in piedi». «Bisogna stare nel processo senza allargarne i confini, oltre i quali non si può - afferma - Diventa insano e persino pericoloso. Questi ora si vogliono santificare, mettersi le ali degli angeli, poveretti, e magari mettere la magistratura inquirente in quarantena, per rovesciare il racconto. Operazione difficile mi sembra, anche se il senatore Sallemi sembra volere portare in commissione Antimafia la stessa magistratura inquirente. Altra cosa è lo scioglimento. Che è irreversibile. Cosa fatta, ma i danni sono irreparabili».
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