Il sindaco di Pozzallo, dopo la sospensione dell'ordinanza di Musumeci sui migranti, da parte del Tar di Palermo, invita a non strumentalizzare problemi che invece hanno bisogno di una soluzione urgente. "Il mio - dice Roberto Ammatuna - vuole essere un invito alla ragionevolezza".
Il Tar Palermo ha sospeso l’Ordinanza emanata dal Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, dando ragione al Consiglio dei Ministri che aveva impugnato l’atto del Governatore. L'ordinanza prevedeva il trasferimento immediato di tutti i migranti presenti nelle strutture di accoglienza siciliane fuori dalla regione e vietava l’ingresso, il transito e la sosta nel territorio dell’isola ad ogni migrante che la raggiungesse con qualsiasi tipo di imbarcazione.
Il provvedimento è stato bocciato nel merito, come si legge nell’incipit del Decreto di sospensione, sostenendo che “le misure adottate con l’impugnato provvedimento sembrano esorbitare dall’ambito dei poteri attribuiti alle regioni…”.
Per quanto attiene poi l’aspetto sanitario della questione il Tribunale Amministrativo di Palermo sostiene che non esiste “nessuna rigorosa istruttoria per dimostrare l’esistenza di un concreto aggravamento del rischio sanitario legato alla diffusione del Covid-19 tra la popolazione locale quale conseguenza del fenomeno migratorio”.
“Per quanto riguarda la problematica sanitaria – prosegue il primo cittadino di Pozzallo – è apparsa come una giustificazione postuma, un tentativo per dare valenza all’ordinanza”.
“Ho sempre sostenuto, tra l’altro, che senza istruttoria – afferma il Sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna - o in mancanza di una relazione sanitaria, nessuno – dal sindaco del più piccolo comune al governatore di una regione – può emanare qualsiasi tipo di ordinanza”.
Quello che ha fatto traboccare il vaso, comunque – continua Ammatuna – è la diffida ai Prefetti di far applicare l’ordinanza, creando così un conflitto istituzionale che non aiuta ma anzi danneggia i territori interessati dal fenomeno migratorio”.
“Il mio vuole essere un invito alla ragionevolezza – conclude Roberto Ammatuna – ad usare i percorsi istituzionali previsti per risolvere i problemi, evitando la strumentazione dei problemi per una facile ricerca di consensi”.
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