RAGUSA. Di Maio e Cancelleri «benedicono» la pax in terra iblea. I consiglieri pentastellati segnano il punto, e ottengono che il loro «peso» (numerico per lo meno) indichi a Piccitto la strada da seguire. Ragusa è una «piazza» importante per un movimento che in tutta Italia punta all'esperienza amministrativa.
Mentre i 5 Stelle provano a «espugnare» Roma, «perdere» Ragusa non sarebbe certo una gran bella cosa. E poi per quale motivo? Posizioni sclerotizzate, difficoltà di dialogo, differenti impostazioni culturali. O c'è dell'altro? Adesso, comunque, si tratta di mettere a punto una exit strategy rispettosa delle persone e del gran lavoro svolto, che è sotto gli occhi di tutti. Tempi e modalità? Stretti i primi e soft la seconda, ci si aspetta per lo meno. Perchè ancora non c'è il nero su bianco. Ci saranno, comunque le motivazioni da dare alla città, atteso che il massimo organo rappresentativo è stato tenuto in «ostaggio», per dirla con l'opposizione (e non solo), dal braccio di ferro tra sindaco e consiglieri Cinque Stelle.
C'è da individuare la formula: salta una testa e tutti gli altri assessori «assolti» per insufficienza di verifica? Perchè se la «calcolatrice» di Stefano Martorana è per i più una sorta di «freno» all'effervescenza pentastellata, il tiepido sostegno dell'assessore all'Urbanistica Salvatore Corallo alla delibere sulla difesa del verde non ha certo i toni della battaglia dello «stop al consumo del territorio» di marca Cinquestelle.
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