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Ragusa, le modifiche allo statuto comunale: opposizione al contrattacco

RAGUSA. Una modifica sostanziale dello statuto comunale con la possibilità di sfiduciare il presidente del consiglio comunale con due terzi dei voti. Una vera e propria rivoluzione, voluta dal Movimento 5 stelle che, attraverso un‘iniziativa consiliare, vuole intaccare anche le commissioni consiliari e i mono gruppi che dovranno confluire, di fatto, all’interno del gruppo misto. Un vespaio di polemiche con i gruppi di opposizione pronti a fare le barricate in aula durante la votazione di giovedì mattina. “La maggioranza pentastellata insieme al Movimento Città e a Partecipiamo, hanno deciso di annichilire e ridurre al silenzio le opposizione. Senza mai cercare uno straccio di condivisione e fuggendo da qualsiasi forma di dialogo, come imporrebbe un democrazia matura, specie in temi così importanti, come la modifica dello statuto comunale".

Dichiarano gli otto consiglieri d'opposizione (Sonia Migliore, Manuela Nicita, Elisa Marino, Maurizio Tumino, Giuseppe Lo Destro, Angelo Laporta, Gianluca Morando e Giorgio Mirabella). «In tal modo – proseguono i consiglieri – saranno mortificate le esperienze politiche e il bagaglio culturale di buona parte dell'Aula in nome della tolleranza zero. Così come il sindaco mal sopporta i lavoratori, che legittimamente manifestano in difesa dei loro diritti, alla stessa stregua, mal sopporta l'attività di certi consiglieri, che nel pieno svolgimento delle proprie funzioni, vigilano sugli atti amministrativi, a volte veramente oscuri». Secondo le opposizioni la modifica dello statuto comunale andava opportunamente pubblicizzata. «La fretta genera mostri - aggiungono i consiglieri di opposizione - perciò non si sono neanche preoccupati di seguire pedissequamente la legge in materia di modifiche statutarie, la quale chiaramente stabilisce come riforma, prima di essere discussa in Consiglio comunale, vada pubblicizzata mediante apposito manifesto, affinché i cittadini, singoli o associati, possano presentare osservazioni o proposte allo schema statutario.

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