Diciannove anni, una carriera da modella e il sogno di diventare maestra. Grazia Ferro è tra le reginette siciliane in gara alle prefinali di Miss Italia. Suo il titolo di Miss Barocco siciliano conquistato lo scorso 1 agosto ad Avola, nel Siracusano, in una delle prove regionali organizzate dall'esclusivista di Miss Italia per la Sicilia, Salvo Consiglio.
Un titolo che riporta la miss alle sue città di origine: Scicli e Marina di Ragusa. «Una parte di Sicilia nascosta ma meravigliosa - afferma - amo la mia terra, il mio paese è una preziosa perla barocca».
I capelli biondi, due bellissimi occhi verdi e 1 metro e 78 di eleganza, Grazia ha imparato ad amare il suo corpo grazie alla moda.
«Da piccola ero paranoica - racconta - odiavo il mio fisico, la mia altezza, perché i miei compagni mi prendevano in giro. Adesso, grazie al mondo della moda mi amo».
Il primo concorso di bellezza all’età di 16 anni a Vittoria: «Mi invitò a partecipare una signora - racconta - mia mamma mi incoraggiò molto a farlo. Vinsi la fascia finale».
Da lì una vita tra shooting e libri di scuola. «Mi proponevano in tanti di posare - spiega - e ho iniziato a farlo per diversi brand e negozi».
Diplomata al liceo scientifico, all’università studia scienze dell’educazione e sogna di diventare maestra: «All’asilo nido - sottolinea - i bambini sono la cosa più bella del mondo».
L’avventura di Miss Italia per “colpa” di mamma Agata, che l’ha iscritta e accompagnata durante il percorso. Dalla sua parte papà Piero, il fratellino Giovanni e il fidanzato Salvatore.
I due stanno insieme dall’estate scorsa: «Il mio ragazzo non è geloso quando poso - spiega la miss - mi ha sempre sostenuta in questo campo e cerca di esserci sempre, ad ogni sfilata che ho fatto lui c’era».
Pure se non dovesse accedere alla finale, Grazia si sente grata ed entusiasta del percorso a Miss Italia: «Riparteciperò - afferma - mi sono trovata benissimo con tutto lo staff e mi sono affezionata molto ad alcune ragazze. Credevo che nell’ambiente si respirasse un clima di rivalità, mi sbagliavo».
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