Una crescita superiore al 25% dell’export del made in Ragusa segna un dato positivo all’interno di una fotografia in bianco e nero della situazione economica della provincia siciliana. A fronte di una volata dei prodotti locali, il ragusano ha una grande difficoltà (34,7%) nel reperimento delle figure professionali e una forte sofferenza per l’escalation dei costi delle materie prime. Lo studio economico del territorio è stato presentato questa mattina, nel corso dell’assemblea di Confartigianato Ragusa, durante la quale sono state rinnovate anche le cariche della dirigenza. Gianni Amarù è stato rieletto presidente dell’associazione territoriale e al suo fianco, come segretario, resta Angelo Raniolo.
L’assemblea si è svolta nei locali della Camera di Commercio di Ragusa. A fare gli onori di casa la dirigenza della Confartigianato territoriale. Presenti anche il presidente e il segretario regionale , Giuseppe Pezzati e Andrea di Vincenzo. Un’occasione per riflettere anche sul valore artigiano e la bilateralità, con interventi mirati sul mondo dell’Edilcassa (la cassa edile regionale) e di Ebas (Ente Bilaterale Artigianato Siciliano). Ospiti della giornata, infatti, Iolanda Schifano per l’Edilcassa e Franco Cantafia, per l’Ebas. Presente inoltre il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì.
Il presidente Gianni Amarù, alla guida dell’associazione per il secondo mandato, ha voluto sottolineare la delicatezza di questo nuovo percorso che dovrà accompagnare le imprese, oggi più che mai, in uno scenario pieno di cambiamenti. “Uno scenario che mostra ancora delle ferite che la pandemia ci ha lasciato – ha detto –, ma che offre allo stesso tempo, un orizzonte di prospettive e di rilancio per la nostra economia e per la società tutta. I punti cardine della nostra identità sono la qualità artigianale e la sostenibilità, e non c’è piccolo imprenditore, non c’è artigiano che non esprima questi valori”.
Il presidente regionale di Confartigianato, nell’augurare buon lavoro alla squadra ragusana, ha sottolineato l’importanza dell’associazione di prossimità. “Come associazione di rappresentanza degli artigiani e delle micro e piccole imprese del territorio abbiamo sempre sostenuto che ‘Piccolo è bello, ma insieme in molti casi è meglio’ – ha sottolineato Pezzati – e non è mai stato tanto vero quanto in questi drammatici mesi di pandemia, in cui Confartigianato è stata associazione di prossimità, di vicinanza alle persone e alle famiglie,
riaffermando l’importanza del ruolo di rappresentanza e di sostegno nei confronti degli imprenditori e delle comunità. Ci attendono ora delle sfide complesse per il futuro: stiamo lottando per le nostre imprese, continuando a chiedere nelle sedi istituzionali di merito che nel costruire i prossimi interventi regionali si pensi al piccolo imprenditore, al piccolo che deve dimenarsi tra le pastoie burocratiche, al piccolo che deve contrattare un finanziamento in banca per restare sul mercato”.
E il report 2021 realizzato dall’Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia, mette in evidenza criticità e numeri importanti del territorio ragusano. Ecco il dettaglio.
Il tessuto imprenditoriale
Sono 37.838 le imprese registrate al terzo trimestre 2021, di cui 16,4%, pari a 6.196 unità, artigiane. Dall’analisi dei dati trimestrali di Movimprese, si osserva che in provincia di Ragusa le aperture di nuove imprese tra luglio-settembre 2021 hanno raggiunto le 332 unità, valore inferiore di 53 unità al dato del secondo trimestre 2019, quando le iscrizioni arrivarono a 385.
Restano, invece, nettamente sotto la media degli ultimi anni le cancellazioni che, tra luglio e settembre, raggiungono le 170 unità, circa la metà in meno del valore registrato nel secondo trimestre 2019, probabilmente per effetto delle misure di sostegno messe in atto dal Governo. È pertanto ragionevole stimare l’esistenza di una “platea nascosta” di imprese che in circostanze diverse avrebbero già cessato l’attività (Movimprese, 2021). La medesima evidenza si rileva per l’artigianato dove le cessazioni (33) sono più contenute di quelle del III trimestre 2019 (72).
Il numero delle start up nate negli ultimi 21 mesi di pandemia (marzo 2020-ottobre 2021) è di 2.933 e si concentra principalmente in questi tre settori: agricoltura, silvicoltura e pesca (557), commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli (301) e costruzioni (281).
Mercato del lavoro
Sul fronte lavoro si osserva una dinamica positiva per le entrate previste in ingresso dalle imprese: nei tre mesi di fine anno (ottobre-dicembre 2021) rispetto allo stesso periodo del 2019 gli ingressi preventivati salgono del +37,9%.
Nel dettaglio a livello settoriale oltre il 50% delle entrate sono previste in ingresso dalle imprese dei settori del Commercio (25,2%) e dei Manifatturiero esteso (20,0%).
A ottobre 2021 la quota di imprese che riscontra difficoltà nel reperire le figure professionali di cui ha necessità per far fronte all’incremento di domanda si attesta al 34,7%, valore superiore di 15 punti a quello registrato ad ottobre 2019 (19,7%). Tra le figure professionali più ricercate: Operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici (230 entrate preventivate), Conduttori di mezzi di trasporto (200), Commessi e altro personale qualificato in negozi ed esercizi all'ingrosso (160), Operai specializzati e conduttori di impianti nell'industria alimentare (150), Operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche (140), Cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici (110).
L'export
Al I semestre 2021 l'export di prodotti manifatturieri made in Ragusa segna, rispetto a primo semestre 2019, un +25,5%, contrapponendosi alla dinamica regionale (-0,3%). Tale risultato trova spiegazione nella crescita delle vendite dei principali manufatti realizzati sul territorio e richiesti all’estero – in cui si concentra la quasi totalità dell’export manifatturiero (85%) - quali: Prodotti alimentari (+52,2%), Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (19,0%), Prodotti chimici (+31,4%) e Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (+25,9%).
La dinamica dell’export dei settori di MPI (49,7% dell’export manifatturiero) registra al primo semestre 2021 un incremento, rispetto al I semestre 2019, del +38,8% sostenuto dalla buona performance del settore alimentare, l’unico tra i settori a maggior concentrazione di MPI, insieme al comparto del legno, che vede crescere la domanda estera rispetto al periodo pre Covid-19.
Credito e garanzia pubblica
Oggi bassi tassi di interesse e garanzie pubbliche sostengono la crescita del credito alle imprese anche se in rallentamento. I prestiti alle imprese in
provincia di Ragusa mostrano ancora una dinamica positiva (+0,7%) meno intensa di quella regionale che segna un +3,5%. A giugno 2021 i prestiti alle piccole imprese registrano un decremento del -3,5%, mentre per le imprese più strutturate si rileva ancora un risultato positivo del +2,9%. A livello settoriale si registra un incremento dell’ammontare dei finanziamenti concessi alle imprese Manifatturiere (+3,9%) e delle Costruzioni (+2,7%) e al contrario una contrazione dello 0,5% per le imprese dei Servizi.
Prezzi materie prime
L’Italia è particolarmente esposta all’aumento dei prezzi delle materie prime, essendo la seconda economia dell’UE per produzione manifatturiera, con un’alta dipendenza dall'estero di commodities. Inoltre, ai segnali di prezzo si associano quelli di una rarefazione delle materie prime. Il caro-commodities odierno ha effetti sul bilancio 2021 delle MPI. Si stima che in provincia di Ragusa oltre 4 mila micro e piccole imprese della manifattura e delle costruzioni, che danno lavoro a 12 mila addetti, siano interessate da uno shock sui maggiori costi delle materie prime che su base annua vale 123 milioni di euro.
Rispetto all’escalation dei prezzi energetici premono anche quelli del gas. Prosegue difatti la fase rialzista sui mercati del gas naturale che ha portato le quotazioni ai massimi storici, su livelli cinque volte più alti rispetto allo scorso anno. Il peso sul fatturato del costo di acquisto del gas è più elevato per i settori della metallurgia, del vetro ceramica e prodotti per l’edilizia, della carta e della chimica, nel cui perimetro operano sul territorio 198 imprese, di cui il 98,5% di micro piccole dimensioni, in cui sono occupati 1.155 addetti (81% in MPI).
Green
Sono il 70,3% le imprese del territorio che svolgono una o più azioni finalizzate a ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività, valore superiore a quello medio regionale del 69,4%. Il settore per cui si rileva una più alta quota di imprese pro green è quello del Manifatturiero (80%).
Si osserva inoltre una correlazione inversa tra la dimensione d’impresa e queste competenze: a imprese più piccole corrispondono quote più elevate di unità produttive che ricercano profili dotati di competenze legate alla sostenibilità ambientale (50,9%): valore sopra di ben 16,4 punti rispetto alla quota corrispondente alle imprese più strutturate con oltre 50 dipendenti (34,5%). L’analisi dei dati di lungo periodo dà invece evidenza di come nel tempo l’interesse delle MPI verso queste competenze è cresciuta salendo di 10,2 punti rispetto a tre anni fa (2017).
Digitale
La crescente necessità di fare ricorso a strumenti tecnologici per competere nel mercato plasmato dalla pandemia fa salire di 6,5 punti, dal pre al post pandemia, la quota di MPI che hanno realizzato o prevedono di realizzare investimenti su uno o più strumenti digitali e/o modelli di organizzazione e/o sviluppo di business: tale quota è passata dal 59,0% del periodo 2015-2019 al 65,5% del 2020.
Sale in particolar modo la quota di MPI che ritiene rilevanti e ha realizzato, o realizzerà, investimenti in IoT (Internet delle cose), tecnologie di comunicazione machine-to-machine (+16,6 p.) e Robotica avanzata (stampa 3D, robot collaborativi interconnessi e programmabili) (+14,4 p.).
In generale si osserva una propensione maggiore delle MPI ad investire in tecnologie infrastrutturali – sicurezza informatica, internet ad alta velocità, cloud, mobile e strumenti software – e uno slancio minore verso investimenti maggiormente specializzati.
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