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Ristoratori siciliani in protesta a Pozzallo: "Fateci lavorare"

«Abbandonati dallo Stato». «Fateci lavorare». «Affitto azienda allo Stato». Ristoratori in piazza in una Pozzallo ventosa, tra slogan e rabbia. Gli operatori del Movimento imprese ospitalità hanno protestato davanti al porto commerciale «per manifestare le ragioni dei piccoli imprenditori contro le illogiche misure di restrizione, che stanno provocando la morte del comparto dell’ospitalità a tavola, e della filiera dell’indotto, in un’isola che vive di turismo».

Un luogo simbolico, davanti al terminal commerciale. E le ragioni le spiega Paolo Bianchini presidente del movimento: «Siamo a Pozzallo non a caso, dalla Sicilia può partire un segnale importante: fermi noi fermi tutti. Se si ferma l’ospitalità a tavola, l’economia italiana può avere un arresto importante. Speriamo quindi che da Pozzallo parta un moto di consapevolezza da parte degli italiani per fare capire ciò che noi stiamo patendo. Una perdita di fatturato imponente e la le categorie sotto attacco». E prosegue: «La malavita organizzata sta comprando i nostri ristoranti, sta penetrando nel tessuto sociale con gli usurai e i prestiti a strozzo ai nostri imprenditori. Siamo sotto attacco dei cinesi che stanno aprendo ristoranti in maniera sconsiderata e comprandoli due soldi, soprattutto dagli imprenditori in difficoltà e siamo sotto attacco delle multinazionali straniere che stanno aprendo le catene di junk food, cibo spazzatura, nelle nostre città e stanno affamando i ristoranti con commissioni scandalose dal 30 al 38 per cento sul delivery pagando le tasse in Olanda e lasciando in Italia solo il 4 per cento».

Pozzallo, per Bianchini, «è un porto simbolo per gli scambi con Malta sia dal punto di vista commerciale sia turistico». Ecco un paradosso, i Siciliani possono andare tranquillamente a Malta senza alcun problema ma non si possono spostare da provincia in provincia». Per il leader di Mio «manca programmazione e visione. Tutto il comparto della ristorazione e della ospitalità a tavola è bloccato rispetto ad una mancanza di programmazione. I nostri bar e ristoranti patiranno comunque questa disorganizzazione. Da giorni diciamo che i nostri locali si sono ammalati di una variante nuova, è la variante 'impresè che ha solo un motivo e un vaccino per essere debellata ed è il lavoro. Senza il lavoro non potremo mai guarire dalla malattia che ci ha attanagliato negli ultimi mesi. Sono 13 mesi che parliamo delle stesse cose.

Pozzallo è anche porto da cui arrivano merci dall’Africa. «Questo porto è ultima frontiera italiana verso il Mediterraneo punto strategico per economia italiana; è un porto - prosegue Bianchini - che riceve giorno per giorno merci che arrivano dalla Tunisia, che fanno concorrenza sleale ai nostri prodotti e mi riferisco ad esempio all frutta da guscio, le arance, l’olio tutto ciò che arriva dall’Africa e mette in difficoltà l’economia italiana. Noi difendiamo il made in Italy e le nostre eccellenze».

Si confida in un nuovo decreto: «Abbiamo perso nel 2020 un fatturato del 60 per cento e parliamo di un fatturato diretto da 90 miliardi di euro; tutto quello che abbiamo ricevuto - al contrario di quanto pensa qualche garantito che ha lo stipendio fisso - sono serviti a pagare i costi fissi, gli affitti, le bollette, la Tari, le insegne luminose, il canone Rai e così via - dice concludendo Bianchini - avere ristori per pagare i costi fissi significa non avere i soldi per campare. Fortunatamente nel decreto imprese del governo Draghi anche grazie all’incontro che abbiamo avuto al Mef con il sottosegretario Durigon, sarà prevista anche una copertura dei costi fissi che per noi è importante: significa avere risorse per ripartire. Speriamo che le riaperture arrivino dal 27 aprile o dal 2 maggio per non chiudere più. Ma servono programmazione e visione, subito».

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