RAGUSA. L’area iblea è protagonista negli ultimi anni di un fenomeno di progressiva scoperta da parte del turismo nazionale e soprattutto internazionale. In attesa dei dati ufficiali sulla ricettività di quest’anno, i numeri del sistema aeroportuale del sud-est Sicilia lo confermano: nei primi 8 mesi dell’anno i passeggeri di Catania e Comiso sono passati dai 5 milioni del 2014 ai 6,4 milioni del 2017 (+28%). Nel 2016 nella provincia di Ragusa si sono registrate più di 1,2 milioni di presenze (notti trascorse dai turisti nelle strutture alberghiere ed extralberghiere), secondo i dati provvisori della Regione Siciliana. Si tratta di un picco storico straordinario, se si considera che nel 2014 le presenze si attestavano sulle 829.000. In due anni si è registrato quindi un balzo del 48%. Dietro questo boom c'è un significativo cambiamento della composizione dei flussi. Se nel 2014 le presenze di italiani e stranieri si equivalevano (414.000 contro 415.000), nel 2016 il turismo internazionale è salito a 726.000 presenze, arrivando a rappresentare il 59% del totale. "Fino al recente passato, a causa del posizionamento geografico periferico e delle carenze infrastrutturali, questa parte dell’isola era ancora poco conosciuta rispetto ad altre mete classiche della Sicilia. Oggi questo handicap è in parte superato, grazie all’'effetto Montalban0, da un lato, e all’inserimento dell’area tra i siti patrimonio dell’umanità dell’Unesco. L’apertura dell’aeroporto di Comiso ha ridotto le criticità dell’accessibilità. E ad aiutare la crescita turistica concorre anche l’instabilità politica di alcune aree del mondo e il rischio terrorismo, che stanno determinando una complessiva riarticolazione dei flussi turistici che premia l’Italia", sottolinea il Censis. "Ma c'è anche altro. Stiamo assistendo a una progressiva evoluzione della domanda: oggi il turista cerca un mix di esperienze, combinando il mare con la scoperta del territorio e delle sue eccellenze. La forza del territorio ibleo risiede proprio nella varietà dell’offerta: un mare incontaminato (ben 3 delle 7 bandiere blu della Sicilia), uno straordinario patrimonio storico-artistico, una enogastronomia d’eccellenza (Ragusa è il capoluogo con più ristoranti stellati in rapporto alla dimensione della popolazione)", continua la nota. "Per essere colte appieno, le opportunità derivanti da una maggiore notorietà e dal contesto internazionale richiedono però un forte impegno per superare alcuni limiti che, non da oggi, caratterizzano l’offerta turistica del territorio: singole eccellenze, per quanto straordinarie, senza una visione e un’organizzazione di insieme non bastano".