RAGUSA. La Dop Monti Iblei cambia pelle. Nasce il nuovo disciplinare che regolamenta la produzione di olio sotto questo marchio di origine protetta. Tra le novità principali la introduzione di nuove varietà, a partire dalla storica Zaituna e la Verdese che si vanno così ad aggiungere alla Tonda Iblea, Moresca, Nocellara Etnea, Biancolilla. E poi la introduzione di semplificazioni in etichetta e di altri Comuni che entrano a far parte dell’area di produzione. Dopo una serie di confronti fra i vari addetti della filiera e incontri con l’assessorato regionale ed il ministero per le Politiche agricole, ecco che si è finalmente giunti alla redazione del nuovo disciplinare che regolamenterà la produzione della denominazione olearia siciliana: un olio di grande tradizione che nasce dalla combinazione di vari fattori come il microclima mediterraneo, i terreni fertili, ricchi di sostanze minerali, le varietà autoctone ed ovviamente la mano dell’uomo. Il 26 gennaio, la Camera di Commercio di Ragusa ospiterà l’audizione pubblica per la presentazione della proposta di modifica del disciplinare di produzione da parte del Consorzio di tutela dell’olio extravergine d’oliva Monti Iblei, che oggi raggruppa circa 250 soci di cui una cinquantina sono imbottigliatori. Diversi i punti del precedente regolamento che hanno subito delle modifiche. Ben 38 i comuni interessati alla produzione della pregiata Dop ricadenti nelle province di Ragusa, Catania e Siracusa: due i nuovi Comuni che entrano a far parte dell’areale di produzione ossia Scordia e Mirabella Imbaccari, mentre alcune zone di altri Comuni sono state ora inglobate nella nuova mappatura, ossia la restante parte del territorio di Avola e Carlentini. Apportate anche semplificazioni in etichetta: sarà facoltativo indicare le varie sottozone quali Gulfi, Monte Lauro, Val d’Anapo e così via. Un territorio vasto che presenta un’orografia complessa, con altopiani scavati dall’acqua che ha creato le «cave»: terreni a tratti poco profondi, di natura calcarea, che incidono sulle caratteristiche organolettiche dell’extravergine in cui si evince l’odore di pomodoro verde, carciofo, erba e un sapore che si contraddistingue per quel suo fruttato medio-intenso. Un olio che è riuscito ad affermarsi nel tempo grazie alla capacità imprenditoriale dell’intera filiera olivicola che ha saputo innovarsi nelle tecniche produttive oltre che di estrazione. La Dop Monti Iblei, inoltre, potrà essere ottenuta dalle varietà di olive Tonda Iblea, Moresca, Nocellara Etnea, Verdese, Biancolilla e Zaituna, da sole o congiuntamente, e potranno concorrere altre varietà fino ad un massimo del 20%. Fra le varietà sono state inserite la Verdese, un ecotipo locale presente tra Siracusa e Ragusa, e la Zaituna, da molti ritenuta la varietà di oliva più antica presente in tutta la zona della Dop, coincidente con il periodo di dominio dell’antica Siracusa, per la quale è in corso la richiesta di riconoscimento del Presidio Slow Food. «Le modifiche nascono dalla necessità di andare al passo coi tempi, sono dettate dal progresso tecnologico - precisa il presidente del Consorzio, Giuseppe Arezzo - e sono venute fuori dopo un’attenta analisi di tre territori diversi e sempre in continuo dialogo con l’UE alle cui indicazioni ci siamo rigorosamente attenuti».