RAGUSA. Blocco delle forniture. Con iniziative di protesta itineranti nel territorio. Gli allevatori ragusani si preparano ad una mobilitazione per chiedere che venga riconosciuto un prezzo del latte equo. Dal mese di settembre dello scorso anno ad oggi il «borsino» del latte ha fatto registrare un crollo pari ad 11 centesimi e cinquanta. Da 43 centesimi e 33 (prezzo riconosciuto agli allevatori lo scorso mese di settembre) a 34,83 incluso il taglio di un centesimo e 80 fino al 31 di marzo. Dal primo di aprile si preannunciano ulteriori riduzioni.
«Vogliamo capire quali sono i parametri di riferimento – spiega Mattia Occhipinti, allevatore ed ex presidente della Coldiretti - in un momento in cui gli industriali non hanno sottoscritto alcun accordo di programma. La nostra grande preoccupazione è legata al futuro dell’intera economia che ruota attorno alla zootecnica. Le commesse sono bloccate e i fornitori subiscono, a cascata, la crisi della zootecnia». Da contrada Palazzola fino a torre Mastro passando per le aree rurali di contrada Meusa all’estrema periferia della città si respira in clima di grande incertezza. «Le vacche sull’altipiano si nutrano sono del foraggio al pascolo – aggiunge Carmelo Occhipinti - Gli allevatori non hanno più soldi per acquistare le balle del fieno o i sacchi di mangime».
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