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Ragusa, i sindacati critici: «L’industria rischia di scomparire»

Ragusa Ibla, Sicilia

RAGUSA. Cgil, Cisl e Uil analizzano in un documento lo stato di crisi del territorio ibleo e lanciano le ipotesi di sviluppo. Lanciano, praticamente, una «vertenza Ragusa» in modo unitario.

Giovanni Avola, Paolo Sanzaro e Giorgio Bandiera lamentano ancora una volta l’assenza della politica e dei deputati allo sviluppo del territorio lanciando al contempo «la costituzione di un tavolo permanente che veda insieme a Cgil, Cisl, Uil e le forze datoriali, atteso che la metamorfosi della geografia politico industriale lascia poco spazio alle contrapposizioni e alle posizioni particolari. Il tavolo permanente è la soluzione utile a mettere in campo azioni e iniziative capaci di lanciare la sfida al degrado che tutti stiamo vivendo». Cgil, Cisl e Uil chiudono un altro anno «horribilis» sperando che il 2016 sia migliore.

Perchè come è stato rimarcato «sono in fase di chiusura le cementerie Colacem, si rischia il disimpegno della Versalis contro il quale ci stiamo spendendo unitariamente affinché non passi di mano ad un fondo americano, ipotesi che segnerebbe la fine della presenza Eni in provincia di Ragusa, la difficoltà di aziende come la Metra e della media e piccola impresa artigianale, e nel complesso di tutto l’indotto che ruota attorno a questi storici agglomerati industriali. Questo rende il quadro di un presente che richiede uno scatto di orgoglio e della ripresa di una strategia politico sindacale che si muova in direzioni certe».

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