RAGUSA. Solo i trasformati e le produzioni di nicchia potranno dare valore aggiunto alla zootecnica ragusana. Troppo basso il prezzo del latte, alla stalla, pagato agli allevatori: 37,50 centesimi al litro. Con una riduzione di un centesimo al litro, con effetti retroattivo, dal primo di aprile. Un mercato con mille incognite che tiene in debita considerazione l’andamento del prezzo del latte in ambito europeo. D’ora in poi solo i trasformati, dai formaggi tipici ai derivati, potranno dare quel reddito che manca agli imprenditori. «Il mercato del latte è oramai al collasso – racconta Vincenzo Campo che insieme alla moglie conduce un’azienda zootecnica - in un azienda con 82 vacche in lattazione il deficit è di 6 mila euro al mese. Sono soldi che mancano al reddito dell’impresa. Capite bene che l’imprenditore non riesce a coprire neppure i costi di produzione».
Un mercato senza regole con l’importazione di latte in polvere e cagliate nella provincia più agricola della Sicilia. In un momento in cui l’Unione europea ha introdotto, di fatto, l’uso del latte in polvere. «Il mercato è molto incerto – aggiunge Salvatore Cascone, direttore della Coop Progetto Natura - con parametri e quotazioni che variano da un momento all’altro. Il tabellino sono le quotazioni mensili del prezzo del latte alla stalla in Germania e in Francia. In questo momento le nostre aziende hanno bisogno di un prezzo standard che possa coprire, per intero, i costi di produzione. Siamo convinti che solo i trasformati, dai formaggi alle mozzarelle, ai derivati, diano quel reddito aggiuntivo che manca al tessuto produttivo del ragusano».
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