RAGUSA. All’appello del presidente della Camera di Commercio di Ragusa, Peppino Giannone, hanno risposto la senatrice Venerina Padua, ed i deputati regionali Nello Dipasquale e Pippo Digiacomo. Sul tavolo la discussione inerente l’accorpamento delle Camere di commercio di Catania, Ragusa e Siracusa e le preoccupazioni da parte del personale e delle unità in quiescenza per via della riduzione del diritto camerale che varia dal 2015 al 2017. Se quest’anno la riduzione è del 35%, nel 2016 sarà del 40% e nel 2017 del 2017. Ecco perché nella delibera di accorpamento, approvata dal consiglio camerale sabato scorso (stessa cosa è stata fatta a Siracusa dal Consiglio camerale ed a Catania dal commissario Roberto Rizzo) si conferisce mandato al segretario generale di attivare, con gli altri segretari generali un tavolo di confronto con le parti sociali in particolare finalizzato alla tutela dei livelli occupazionali ed alla salvaguardia e valorizzazione delle professionalità acquisite dal personale camerale; dovrò anche porre in essere le attività ritenute utili per la gestione dei problemi connessi alla questione pensionistica e con la salvaguardia del patrimonio camerale. E se per i primi due anni, 2015 e 2016, la Camera di Commercio di Ragusa grazie ad una gestione oculata può coprire il fabbisogno con l’avanzo di amministrazione, dal 2017 le cose si complicano anche perché la riduzione del diritto camerale sarà del 50%. Oggi alla Camera di Commercio di Ragusa il personale in servizio e quello in quiescenza costa circa 3.600.000 euro. In Sicilia il fabbisogno ammonta a circa 650 milioni di euro e mancherebbero all’appello circa 300 milioni di euro. Ecco perché Carmelo Arezzo, segretario generale, auspica un intervento della Regione con servizi aggiuntivi alla Camere di Commercio con un contributo economico. ALTRE NOTIZIE NEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA