RAGUSA. Il ritorno in campagna. Con una professionalità acquisita a scuola e ai corsi di formazione. Un ricambio generazionale con l’esigenza di riscoprire e migliorare l’antica arte del casaro. Il 20 per cento delle aziende che producono ragusano dop hanno una manodopera under 30. «Sono figli di imprenditori agricoli che hanno affinato l’arte del padre - spiega Guglielmo Portelli, tecnico del Corfilac - grazie alla manualità acquisita nei corsi fatti al Corfilac sono riusciti a perfezionare la lavorazione e la produzione del rinomato formaggio ragusano a marchio Dop, delle provole, e di formaggi a marchio». Con la cessazione del regime delle quote latte c’è l’esigenza di avere nuovi sbocchi di mercato e di commercializzare il latte attraverso la trasformazione «diretta».
Così alcuni giovani studenti dell’istituto principi Grimaldi di Modica «studiano» per diventare casari. «Per perfezionare l’arte di mio padre - racconta Salvatore Tuè, studente del quinto anno - e aprire, non appena avrò ultimato gli studi, un caseificio aziendale per la trasformazione del latte nella produzione di formaggi. È uno sbocco di mercato interessante in virtù della cessione del regime delle quote latte».
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