
L’hanno chiamata “Festacrante», il nome che avrebbe scelto Vincenzo Rabito. A lui, scrittore «inalfabeto» protagonista di un clamoroso successo letterario, è dedicata la festa che il 16 ottobre animerà alcuni posti simbolici di Chiaramonte Gulfi, il piccolo paese della provincia di Ragusa dove Rabito è nato e vissuto.
«Festacrante» è stata organizzata in occasione dell’uscita del suo secondo libro. Dopo «Terra matta» ne aveva scritto un altro, «Il romanzo della vita passata», pubblicato in questi giorni da Einaudi. Il dattiloscritto è stato recuperato e curato dal figlio Giovanni che vive in Australia e che il 16 ottobre sarà uno dei protagonisti della festa.
Sia in «Terra matta», dal quale la regista Costanza Quatriglio e Chiara Ottaviano hanno ricavato un film, sia nel nuovo «romanzo» Rabito racconta la sua vita «molto desprezzata e maletrattata» che incrocia molti passaggi della storia d’Italia.
Rabito, morto nel 1981, usa una lingua inesistente con parole inventate o riadattate separate da un punto e virgola. Lo stile dello scrittore analfabeta (non è andato a scuola perché veniva da una famiglia molto povera) è stato studiato dalla critica. “Terra matta» è stato anche tradotto. Studiosi e traduttori si ritroveranno ora a Chiaramonte Gulfi per la festa che toccherà vari posti: la sala Sciascia; le due società di mutuo soccorso di piazza Duomo; il circolo di conversazione, nell’ex chiesa di Santa Teresa. In collegamento con tutti i siti saranno proposte letture di brani tratti dai due libri di Rabito, proiezioni cinematografiche, performance teatrali e composizioni musicali: tutte le opere sono tratte o collegate ai testi di Rabito.
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