Scoperta una nave lapidaria tra Pozzallo ed Ispica durante un sopralluogo della Soprintendenza del mare. Il ritrovamento è avvenuto a circa un miglio dalla costa e ad una profondità di una decina di metri, dove è stata riscontrata la presenza di numerosi blocchi di materiale lapideo lavorati e semilavorati. Le navi lapidarie, mediamente lunghe dai 25 ai 40 metri e capaci di trasportare fra le cento e le trecento tonnellate, erano imbarcazioni appositamente rinforzate per reggere pesi enormi. È stato quindi effettuato un prelievo di un campione da uno dei blocchi al fine di effettuare un esame petrografico finalizzato all’individuazione del tipo di pietra, per determinarne l'attribuzione e la cava da cui è stata estratta. “Questa Soprintendenza - dichiara Valeria Li Vigni, Soprintendente del Mare - procederà ad una indagine più approfondita del sito individuato tra Pozzallo e Ispica, al fine di circostanziare ulteriori dati archeologici e contestualmente effettuerà analisi e ricerche volte alla ricostruzione del contesto storico, alla identificazione dell'imbarcazione e al periodo in cui l'interessante carico, composto da blocchi di materiale lapideo, è affondato”. Qualche mese fa erano stati infatti segnalati alla Soprintendenza del mare, da Antonino Giunta, collaboratore esterno della Sopmare, alcuni siti di probabile interesse culturale. L'equìpe era formata da Fabrizio Sgroi e Claudio Di Franco della Soprintendenza del mare, dal ten. di Vascello Giuseppe Simeone, comandante del Nucleo sommozzatori della Capitaneria di Porto di Messina insieme ad altri sub, dal capitano di fregata della Guardia Costiera di Pozzallo, Pierluigi Milella, e dall'equipaggio della motovedetta che ha fornito il supporto logistico, da Gaetano Lino, Salvatore Ferrara e Giampiero Tomasello, subacquei dell’associazione BCsicilia.