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Slow Food: «Così salviamo il sesamo di Ispica»

ISPICA. Una presentazione ufficiale nell' atrio di Palazzo Bruno per il presidio Slow Food «Sesamo di Ispica». Il riconoscimento è stato ottenuto grazie al lavoro sinergico dell' associazione di produttori «Gghjugghjulena», dell' amministrazione Muraglie e della Camera di Commercio rappresentata nella conferenza di venerdì sera dal presidente Giuseppe Giannone, dal segretario generale Carmelo Arezzo e dalla dirigente Giovanna Licitra.

Sarà proprio l' associazione «Gghjugghjulena» guidata da Fabio Gambuzza e dal vicepresidente Agatino Candido a tutelare e gestire il contrassegno. Il gruppo di produttori infatti ha inteso riavviare una produzione che fino agli anni '40 si estendeva nei terreni alluvionali dell' area di Ispica per circa 400 ettari, dei 450 ettari coltivati in Sicilia, e che poi è andata riducendosi fino a rischiare l' oblio in seguito alla meccanizzazione dell' agricoltura. «Si tratta - ha spiegato Lina Lauria, fiduciario slow food Ragusa- del 42esimo presidio in Sicilia e del 256esimo presidio italiano. Una scommessa importante sulle direttive del motto slow -food "buono, pulito e giusto"».

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