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Rapimento lampo a Vittoria, il sindaco: «Episodio grave». Si cerca il luogo della prigionia

Gli investigatori cercano di ricostruire la dinamica del sequestro lampo del diciassettenne rapito giovedì sera a Vittoria, nel Ragusano, da quattro uomini a bordo di due auto. Il ragazzo, che si trovava con un gruppo di amici, sarebbe stato incappucciato e trattenuto per meno di 24 ore, fino a quando i banditi lo hanno lasciato libero la sera successiva.

Il procuratore di Ragusa, Francesco Puleio, ha escluso che si sia trattato di un sequestro a scopo di estorsione, senza però chiarire quale possa essere stato il movente. Restano aperte tutte le piste: tra queste anche quella di un’azione dimostrativa da parte della criminalità locale, forse come risposta alla presenza di gruppi albanesi che, partiti come manodopera nelle serre, avrebbero esteso il proprio raggio anche ad affari illeciti.

Intanto le forze dell’ordine stanno visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza attive lungo le strade che le vetture avrebbero percorso e rileggono con attenzione le dichiarazioni rese dal giovane. In particolare, gli inquirenti stanno verificando i tempi di percorrenza riferiti dal ragazzo, utili a circoscrivere l’area in cui sarebbe stato trattenuto.

La vicenda scuote le istituzioni locali. «Il ragazzo è stato liberato, ed è ciò che conta di più. Ma restano gli interrogativi su un episodio gravissimo e inquietante», afferma il sindaco di Vittoria, Francesco Aiello. «L’opinione pubblica deve essere informata, attendiamo chiarezza dagli inquirenti. Questa è una città con un’economia forte, qui si addensano molti appetiti e serve un’attenzione particolare».

Parla anche il legale della famiglia del giovane, l’avvocato Sebastiano Sallemi: «Non sappiamo chi possa aver agito, ma sappiamo che questo episodio oggi preoccupa tanti. Professionisti e imprenditori sono inquieti. Con la liberazione abbiamo ottenuto il 99 per cento del risultato, ma attendiamo dalle indagini le risposte mancanti». L’avvocato aggiunge che il ragazzo, iscritto al quarto anno dell’Istituto tecnico commerciale in una scuola privata, non è ancora stato sentito dagli inquirenti: «Al momento si sta riposando, tanti amici sono andati a trovarlo. Potrebbe presto riprendere le lezioni».

Sul territorio pesa anche la latitanza di Gianfranco Stracquadaini, accusato del tentato omicidio di un ex collaboratore di giustizia e ritenuto figura di spicco negli affari criminali della zona. Stracquadaini avrebbe un ruolo centrale nel traffico di droga e nelle estorsioni e potrebbe rappresentare un collante tra i clan locali e la criminalità albanese.

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