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Il neonato «abbandonato» a Ragusa, ricostruite le prime ore in cui fu trovato

Tribunale di Ragusa

La donna che lo consegnò, dopo averlo partorito in casa, all’ex compagno che non sapeva della gravidanza, adesso lo rivuole. La Corte di Cassazione ne sostiene le ragioni. La famiglia che lo ha con sè da quasi cinque anni si oppone. La madre naturale è a processo davanti al Tribunale di Ragusa per abbandono di minore.

Il 4 novembre del 2020 il padre naturale - deceduto improvvisamente un anno fa - ne simulò abbandono e ritrovamento in via Saragat a Ragusa, nel giorno stesso della sua nascita. In aula ha deposto chi è accorso sul posto e chi quel bimbo lo ha accolto in ospedale.

Quel 4 novembre l’uomo finse di avere trovato il neonato davanti alla sua rivendita di carni in una borsa della spesa, avvolto in una federa e una copertina e chiamò un’amica chiedendole aiuto. La donna ha raccontato in aula di essere accorsa con sua figlia e di avere trovato l’uomo "aggrappato" al volante della macchina con quella borsa sul sedile accanto.

Il neonato era ancora sporco di sangue e con il cordone ombelicale "aperto", non clampato e che ha cercato di chiudere; lo ha portato nella sua macchina accendendo il riscaldamento e ha chiamato la polizia. L’uomo le avrebbe detto a distanza di qualche mese che all’epoca non sapeva che la ex compagna fosse incinta né di essere lui il padre. Scattati i soccorsi il bimbo venne portato in ospedale.

La dottoressa che lo accolse al Giovanni Paolo II di Ragusa ha riferito che il piccolo respirava autonomamente, e che aveva un battito regolare ma era freddo e, nello screening immediato, la glicemia non era dosabile, troppo bassa, situazione che se non fronteggiata immediatamente può portare a danni cerebrali irreversibili e anche alla morte. Era anche sporco di meconio e con il cordone non clampato ma non sanguinante.

Per l’avvocato della difesa, l’avvocato Agnelo Iemmolo, è un indizio: la madre lo avrebbe clampato con una molletta poi persa nei soccorsi, eventualità che la dottoressa dichiara di non potere escludere. Il bimbo si riprende rapidamente con una prima flebo e la termoculla; non aveva né traumi né ematomi. Condizioni in miglioramento confermate anche da chi lo ebbe in cura il giorno seguente. La tutrice del bimbo si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Emilio Cintolo

Il Tribunale per i Minorenni di Catania intanto ha disposto che il piccolo - che a novembre compirà 5 anni e che da quando aveva 20 giorni di vita è stato affidato in preadozione a una coppia siciliana - torni gradualmente con la madre naturale. La Corte di Cassazione ha riscontrato l’irregolarità procedurale commessa dal Tribunale dei minorenni di Catania che riconoscendo la preadottabilità del neonato, aveva privato del diritto di ravvedimento i due genitori naturali che erano già noti. La famiglia adottiva del piccolo si è opposta alla decisione e ancora non c'è stato un pronunciamento definitivo.

 

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