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Bruciò la madre e la sorella: dichiarato incapace di intendere

E’ stato riconosciuto incapace di intendere e volere al momento del fatto, socialmente pericoloso ma capace di partecipare al processo. Si tratta di c, 31 anni, che nella notte tra il 12 e 13 giugno dello scorso anno ha incendiato l’abitazione di famiglia in piazza Unità a Vittoria, uccidendo, per le gravissime ustioni riportate, la madre Mariem Sassi 55 anni e la sorella Samah, 34 anni. Si salvarono il padre Kamel 57enne e la sorella più piccola, la 19enne Omaima.

Aveva cosparso di liquido infiammabile la camera da letto dei genitori, il corridoio e l’ingresso dell’abitazione. Wajdi Zaouadi, si trova attualmente recluso in una sezione speciale del carcere di Siracusa ed è stato sottoposto a perizia psichiatrica su richiesta di incidente probatorio da parte del difensore, l’avvocato Giovanni Ascone. Il giudice per le indagini preliminari di Ragusa, Gaetano Di Martino oggi ha sentito il professore Eugenio Aguglia ordinario di Clinica psichiatrica all’Università di Catania, perito del Tribunale che ha definito socialmente pericoloso il 31 enne, incapace di intendere e volere al momento del fatto ma capace di partecipare al processo.

La pubblica accusa ha richiesto, senza soluzione di continuità, che l’uomo passi dalla detenzione cautelare in carcere a quella in una struttura specializzata, una «rems» (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, strutture che ospitano autori di reati affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi). Alle operazioni peritali avevano partecipato anche i consulenti della difesa: Salvatore Valvo, psichiatra e Giuseppe Iuvara, medico legale. Il gip ha confermato la custodia in carcere in attesa che il 31enne possa essere collocato in una 'rems' da individuare.

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