Domani alle 16 un sit in si terrà davanti all’abitazione di Daouda Diane, ad Acate l’ivoriano scomparso il 2 luglio dello scorso anno. È stato organizzato dall’Usb. Il neo sindaco Gianfranco Fidone ha fatto arrivare un messaggio di adesione «Sono dalla parte di chi ricerca la verità». Interverranno il responsabile Usb, Michele Mililli, Paolo Ferrero, direttore di «Su la testa», Simona Suriano di ManifestA, il segretario regionale di Rifondazione Comunista, Nicola Candido.
Daouda, 37 anni nel 2022, lavorava come mediatore culturale, con una regolare assunzione e arrotondava con alcuni lavoretti in nero, tra cui quello in un cementificio. Quel sabato 2 luglio si era recato al cementificio. Dopo quella mattina nessuno lo ha più visto. E il suo cellulare, dal primo pomeriggio, risulta spento e non è mai stato trovato. Con quel cellulare Daouda aveva mandato dei video dall’interno del cementificio, uno aveva anche raggiunto il fratello in Costa d’Avorio. Denunciava le difficili condizioni di lavoro, il selfie lo riprendeva con un martello pneumatico in mano, all’interno di una betoniera.
Nella sua casa sono stati trovati del denaro, il portafoglio, i documenti, il biglietto aereo perché il 22 luglio Daouda voleva far ritorno in patria per rivedere la moglie e il figlioletto di 7 anni, ora rimasto orfano. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Silvia Giarrizzo, è ancora aperta. Sono stati eseguite perquisizioni, accertamenti tecnici, sopralluoghi con i cani molecolari per l’eventuale ricerca del corpo. Ma tutte le ricerche hanno dato finora esito negativo. Il 27 febbraio è arrivata ad Acate la commissione regionale antimafia, presieduta da Antonello Cracolici. Il 1 maggio la manifestazione per la festa del lavoro ha visto la presenza sul palco anche di don Luigi Ciotti che ha lanciato un appello, invitando chi sa a parlare e a dire cosa è successo a Daouda.
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