Anche l’ospedale di Vittoria, nel Ragusano, avrà il posto di polizia fisso. Sarà inaugurato ufficialmente martedì 20 marzo al pronto soccorso dell’ospedale Guzzardi. È stato realizzato in base alle direttive del prefetto Lamberto Giannini, che ha così voluto incrementare la sicurezza del personale sanitario e dei pazienti all’interno delle strutture ospedaliere a seguito delle numerose aggressioni ai danni degli operatori sanitari che avvengono puntualmente in tutte le città.
L’ultimo caso a Vittoria risale invece a ottobre 2021, quando tre operatori sanitari furono aggrediti dai parenti di una donna che pretendevano cure immediate senza aspettare i tempi di attesa. Dopo l’aggressione un uomo di 43 anni venne denunciato per minacce e lesioni aggravate a pubblico ufficiale. Lo stesso è accaduto per il figlio quindicenne della donna.
Già nei giorni scorsi, altri posti di polizia sono stati attivati in altre città della Sicilia. Come al Policlinico di Palermo, al Policlinico Gaetano Martino e all’ospedale Papardo di Messina.
Un piano di sicurezza annunciato dai ministri dell’Interno e della Salute, Matteo Piantedosi e Orazio Schillaci, che hanno stilato una mappa dei presidi sanitari italiani in cui si è verificato il maggior numero di violenze nei confronti di medici e infermieri al lavoro nelle aree di emergenza e nei reparti degli ospedali. L’anno scorso il triste primato è toccato proprio alla Sicilia ed anche i medici e gli infermieri del pronto soccorso dell’azienda ospedaliera universitaria palermitana sono stati i bersagli preferiti di diverse aggressioni da parte di alcuni parenti dei pazienti.
Al pronto soccorso dell’ospedale Civico di Palermo è da anni in funzione il posto di polizia mentre a Trapani, al pronto soccorso dell’ospedale Sant'Antonio Abate è stato attivato proprio in questi giorni.
La questura di Caltanissetta, infine, ha dato il via ai posti fissi di polizia all’ospedale Sant’Elia, al Vittorio Emanuele di Gela e al Suor Cecilia Basarocco di Niscemi, "dove si sono verificate aggressioni ai danni degli operatori sanitari, in modo da fare sentire al sicuro il personale e anche l’utenza".
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