Nel suo camion c'erano 230 kg di marijuana, fu arrestato a Pozzallo: in appello l'assoluzione
Era stato arrestato perché trasportava nel camion di surgelati 230 chili di marijuana. Dopo la condanna in primo grado a 3 anni, è stato assolto per non avere commesso il fatto. Johann Falzon, 32enne maltese, era a Pozzallo all’imbarco dell’aliscafo per Malta quando tra il 28 e 29 gennaio del 2019, nel corso di un controllo effettuato dalla guardia di finanza, nucleo cinofilo di Siracusa, e dalla Agenzia delle Dogane, i cani antidroga, i due pastori tedeschi Aquy e Primo, segnalarono la presenza di sostanze stupefacenti. Si scoprì che a bordo del camion di una società maltese di trasporti, per la quale Falzon lavorava come autista, in un vano c'era la marijuana suddivisa in pacchi sottovuoto e sigillati, caricati, come emerse, con una bolla fasulla di un corriere. Quella droga avrebbe fruttato sul mercato clandestino un ricavo da un milione e mezzo di euro. A detta della difesa legale dell’uomo, in quel momento inizia l’incubo per l’autista, che si disse ignaro del contenuto di quei pacchi. L’uomo viene arrestato, professa con forza la sua innocenza ricostruendo ogni passaggio del suo viaggio, ogni sosta, peraltro riscontrata, e due episodi in particolare: una sosta a un distributore - si sarebbe fermato per mangiare - e una chiamata dalla sua ditta, per ritirare un carico da un corriere, un fuori programma rispetto al «ruolo di marcia» a lui assegnato. Insomma: chiunque, a suo dire, avrebbe potuto caricare indisturbato quei pacchi di droga. L’uomo chiede che vengano acquisite tutte le immagini che ritiene possano scagionarlo ma gli organi inquirenti, ritenendo in un primo momento che i posti dove venne parcheggiato il camion non potessero essere adeguatamente ripresi per rilevare operazioni di carico sospette, ritardano l’acquisizione e le immagini ormai erano state cancellate. Secondo la difesa, invece, si poteva intercettare comunque il traffico di mezzi in prossimità del camion di Falzon. La Cassazione accogliendo la linea difensiva aveva annullato la sentenza di Appello rinviando ad altra sezione della stessa Corte. A distanza di 4 anni, la seconda sezione penale della Corte di Appello di Catania ha scagionato l’autista assolvendolo con la formula del non avere commesso il fatto. Anche il Procuratore generale (così come era avvenuto anche nel primo processo di appello) aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato. La linea di difesa di Falzon sostenuta dagli avvocati Francesco Villardita del Foro di Caltagirone e Enrico Platania del Foro di Ragusa, dopo le condanne nei primi due gradi di giudizio aveva portato al ricorso in Cassazione con diversi punti di doglianza: dalla ricostruzione esatta degli spostamenti fornita da Falzon non valutata adeguatamente, alla tardiva acquisizione delle immagini, dalla sospetta aggiunta di un carico non preventivato alla mancanza di un interprete in lingua maltese.