Nessuno ha utilizzato il biglietto aereo che Daouda Diane aveva acquistato per far ritorno in Costa d’Avorio. Il 22 luglio scorso, l’ivoriano di 36 anni sparito da Acate venti giorni prima, sarebbe dovuto salire sull'aereo che, dopo uno scalo tecnico, gli avrebbe permesso di raggiungere il suo paese e di riabbracciare la moglie e il figlio di 8 anni. I controlli tecnici dei carabinieri, che conducono le indagini sulla sparizione dell’uomo, hanno permesso di accertare che nessuno è partito, tre giorni fa, con quel biglietto a nome di Daouda.
La sparizione dell’uomo è stata denunciata il 4 luglio dai responsabili del centro di accoglienza in cui lavorava, allarmati perché non si era presentato al lavoro e non aveva risposto al cellulare, che risultava staccato. Le ultime notizie di Daouda risalgono alle prime ore del pomeriggio del 2 luglio, quando ha lasciato il cementificio dove probabilmente svolgeva un secondo lavoro, non regolare. Circostanza, però, smentita dai titolari dell’azienda, che affermano di aver sempre rifiutato le richieste di Daouda.
Intanto, il sindacato Usb, che ha organizzato la manifestazione di venerdì scorso a Ragusa, ha chiesto alla prefettura un permesso speciale per permettere l’ingresso in Italia della moglie di Daouda, preoccupata per le sorti del marito, che vorrebbe venire in Italia per cercarlo. Alla manifestazione ha partecipato anche la parlamentare catanese Simona Suriano (ex 5 Stelle, ora del gruppo ManifestA). La Suriano ha preannunciato un’interrogazione parlamentare sulla vicenda dell’ivoriano scomparso da Acate 23 giorni fa senza lasciare tracce.
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