Assassinata per strada a Vittoria mentre parla con il figlio undicenne, che è affacciato al balcone della loro casa, senza un movente apparente. È la dinamica dell’uccisione di Brunilda Halla, 37anni albanese, detta Bruna, sposata con un connazionale e madre di due figli, ma resta un mistero la causa scatenante del delitto. A infliggere diverse coltellate alla schiena alla donna, ferendola mortalmente, ieri (25 maggio), è stato un 28enne che, dopo essere stato identificato e condotto in caserma dai carabinieri, ha confessato il delitto. Per il suo legale, l’avvocato Francesco Vinciguerra, «non c’è un movente».
L’uomo, che aveva dei problemi psicologici, ricostruisce il penalista, si «voleva vendicare della comunità di Vittoria che, era convinto, lo avesse emarginato e bullizzato». Per questo avrebbe «comprato un coltello online, è uscito di casa ed ha colpito la prima persona che ha incontrato, sarebbe potuto accadere a chiunque di essere la vittima». «Aveva avuto problemi psicologici, diceva di ‘sentire delle voci nella testà e - rivela il legale - nel 2016 era stato sottoposto a un Trattamento sanitario obbligatorio». «E’ un ragazzo malato, non un criminale», chiosa l’avvocato Francesco Vinciguerra annunciando «la «presentazione di domanda di incidente probatorio con una perizia psichiatrica che attesti il suo stato di salute mentale».
Che il 28enne e la vittima non si conoscessero è confermato dal marito della donna e dagli investigatori. Il procuratore di Ragusa, Fabio D’Anna, parla di «apparente omicidio casuale“ commesso da «un uomo problematico». Anche per i carabinieri che indagano «il movente rimane oscuro e complesso», ma per gli investigatori, comunque, c’è una certezza: «il fatto non è da ricondurre a dinamiche tipiche del femminicidio».
Una svolta decisiva alle indagini, oltre «alla dichiarazioni di testimoni», è arrivata dalla visione dei filmati di videosorveglianza della zona, sia pubblici che privati, «acquisiti - sottolineano i carabinieri - in meno di tre ore, con l’ampia e spontanea collaborazione di molti residenti nello stesso quartiere della vittima». L’inchiesta decolla immediatamente grazie alla collaborazione del rione. In poche ore arriva la soluzione: in diverse immagini si vede l’uomo avvicinarsi alla donna e poi fuggire con un coltello in mano.
Al sostituto Francesco Riccio il 28enne, assistito dall’avvocato Vinciguerra, l’indagato ha fornito una ricostruzione completa e consentito ai carabinieri di trovare l’arma del delitto.
Vicini di casa, conoscenti e parenti intanto piangono ’Brunà, come la chiamavano in paese, ricordandola come «una donna meravigliosa che pensava soltanto alla famiglia e al lavoro».
Sull’omicidio hanno indagato carabinieri della compagnia di Vittoria e del Nucleo investigativo di Ragusa. L’uomo, dopo la contestazione del reato, è stato condotto in carcere.
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