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È morto il Maestro Bellisario, originario di Ispica ma monzese d’adozione: musicò anche Rodari

Angelo Bellisario

Lutto nel mondo della musica: è morto Angelo Bellisario, musicista e compositore. Era nato il 9 febbraio 1932 a Ispica ma era monzese d’adozione da oltre mezzo secolo. È stato docente ai Conservatori di Pesaro, Rovigo e Milano, ed era nato in una famiglia di musicisti. Suo padre Giuseppe è stato direttore d’orchestra, pianista e compositore. Il maestro Bellisario, a nove anni, aveva conosciuto il compositore Pietro Mascagni, un “uomo gentile e alla mano” che lo aveva affascinato. Oltre trecento le composizioni con la sua firma tra musica da camera, sinfonica e lirica trasmesse in televisione ed eseguite nei teatri.

Ha curato la revisione, la trascrizione, l’armonizzazione e l’orchestrazione di brani vocali e strumentali di epoche e generi diversi. Ha musicato, tra l’altro, filastrocche di Gianni Rodari, ha orchestrato la sonata D821 di Schubert per arpeggione e pianoforte e il Quartetto in mi minore di Verdi.

Anche a Monza, la città che lo aveva adottato, ha dedicato alcune sue opere tra le quali gli oratori “La Signora di Monza” e “I miracoli di San Gerardo”. Il suo legame con la città è stato sancito, oltre che dalla direzione di cori e orchestre, dall’assegnazione nel 2006 dell’onorificenza del Comune: il Giovannino d’oro.

Tanti i messaggi di cordoglio. Tra questi anche quello del sindaco di Ispica, Innocenzo Leontini: "Il Maestro era un intimo amico di mio papà ed è stato il mio primo insegnante di musica e di pianoforte. Siamo sempre rimasti in contatto negli anni, ho seguito le sue straordinarie attività al Conservatorio di Pesaro, Rovigo e Milano e fino a qualche tempo fa ho avuto il piacere di ricevere gli spartiti delle sue composizioni. Con la scomparsa del Maestro Angelo Bellisario se ne va uno dei figli illustri di Ispica, appartenente ad una Famiglia che avuto un ruolo importante nella politica locale e nella cultura della nostra Città. Il Maestro Bellisario non ha mai fatto politica si è occupato soltanto di cultura e di musica e credo che la sua figura e il suo operato siano stati un'ottima continuazione dell'eredità del papà, il maestro Giuseppe Bellisario, autore della celebre marcia funebre "Cristo Flagellato alla Colonna". Del Maestro Angelo Bellisario rimarrà con me il ricordo delle sue lezioni, della sua amicizia e del suo affetto nei confronti di mio papà, il ricordo della sua genialità, un uomo dall’orecchio assoluto, dalla capacità immediata di immaginare idee musicali e fissarle immediatamente per iscritto, una persona dalla grandissima preparazione e vasta cultura. Rivolgo un pensiero affettuoso ed esprimo le mie più sentite condoglianze a tutta la famiglia".

Sui social in tanti lo hanno ricordato. "Il Maestro ANGELO BELLISARIO non c'è più, in terra. La sua musica verrà considerata con il giusto merito e lui sarà con noi, con me certamente. Probabilmente non volevo averne conferma perché pochi giorni fa l'avevo chiamato 'per tenerlo al corrente' del mio lavoro e attraverso di lui fare un ennesimo tuffo nella Storia della musica in Italia. Sempre un viaggio di esperienze belle, d'un tempo, e da lui riflessioni attuali sorprendenti. Non stava bene. Sono onorato di avergli ispirato l'idea per l'ultimo suo pezzo cameristico dedicato al saxofono (e quartetto d'archi), quel "e ogni notte... lo stesso sogno" che merita davvero di entrare nel novero del repertorio di dignità per saxofono. Grazie Maestro per ogni momento che mi ha dedicato e condiviso con me", scrive Fabio.

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