Come da richiesta del pubblico ministero della Procura di Ragusa Monica Monego, è stata rinviata a giudizio, e dovrà comparire in aula il 14 gennaio 2022 per la prima udienza del processo, O. G., l’automobilista oggi quarantaseienne, di Giarratana, accusata di avere causato l’incidente stradale costato la vita a Irene Frasca, morta a 46 anni. L’incidente risale al 14 ottobre 2019. O.G. guidava la Fiat Punto in cui viaggiava anche la vittima del sinistro. L’auto si è scontrata frontalmente con un’altra vettura lungo la strada provinciale 8, a Chiaramonte Gulfi. L’imputata, attraverso il proprio legale, nell’udienza preliminare dell’8 luglio scorso, aveva chiesto il rito abbreviato condizionato all’effettuazione di una perizia cinematica sulla dinamica del sinistro, ma il gip del Tribunale ragusano, Andrea Reale, aveva rigettato la richiesta concedendo un rinvio, fissato per quest’oggi, giovedì 25 novembre 2021, per dare modo a O. G. di valutare se accettare l’abbreviato secco o meno. Alla fine l’interessata ha deciso di non richiedere alcun rito alternativo e di andare a processo, la cui prima udienza è stata fissata appunto al 14 gennaio 2022, dalle 9.30, davanti al giudice Antonella Frizillo. Irene Frasca, che ha lasciato il marito, un figlio minore, la mamma e due sorelle, quel giorno era stata a lavorare sui campi presso un’impresa agricola di Mazzarrone, in provincia di Catania, con l’amica e concittadina. Le due donne, braccianti stagionali, stavano rientrando a casa a bordo della vettura condotta da quest’ultima che procedeva sulla SP 8 in direzione di marcia Chiaramonte Gulfi-Ragusa. Giunte all’altezza del km 2+700, la conducente, «nell’affrontare (in salita) una curva destrorsa – scrive il magistrato nel suo provvedimento - invadeva la corsia opposta venendo in collisione con una Land Rover che percorreva la Provinciale nella direzione Ragusa-Chiaramonte Gulfi». Il Suv era condotto da una ventottenne di Chiaramonte. che aveva a bordo anche la figlioletta di pochi mesi. Mamma e figlia hanno riportato ferite non gravi. Il terribile impatto però non ha lasciato scampo alla passeggera della Punto. seduta sul sedile anteriore destro, deceduta praticamente sul colpo a causa del gravissimo trauma cranico e toracico riportati. Il sostituto procuratore parla di «colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia nonché in violazione delle norme del codice della strada, segnatamente l’art. 141 comma 3 che, tra le altre cose, impone al conducente di un veicolo di regolare la velocità nei tratti di strada a visibilità limitata». Fra questi sono incluse le curve. La mamma e una sorella della vittima, per essere assistite, attraverso il consulente legale Salvatore Agosta, si sono affidate a Studio3A-Valore SpA, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e sono già state risarcite per la loro perdita, ma «ora si aspettano - scrive in un nota lo studio legale - che faccia il suo corso anche la giustizia penale».