Un equipaggio di terra per Mediterranea Saving Humans a Pozzallo. È stato "battezzato" il primo "nodo" ragusano, così è stato definito, dell'organizzazione. Una iniziativa fortemente voluta negli iblei dove la procura di Ragusa sta coordinando un'inchiesta - affidata alla Guardia di finanza - sulla Mare Jonio, nave che ha operato nove missioni di salvataggio con Mediterranea Saving Humans, per favoreggiamento aggravato dell'immigrazione clandestina. Una presentazione che ha potuto contare anche su un primo impegno concreto, quello dei vescovi siciliani, annunciato da monsignor Antonio Staglianò, che oltre a essere vescovo della Diocesi di Noto è anche responsabile delle politiche migratorie dalla Conferenza episcopale siciliana: "Noi vescovi stiamo cercando di capire le modalità concrete di sostegno - ha detto Staglianò - non possiamo pagare stipendi e gasolio per Mediterranea, ma possiamo invece investire ingenti risorse economiche per ciò che serve ai migranti, giubbotti di salvataggio, cibo, test anti covid. Vorremmo dare un segno alla vostra impresa perchè ci interesse, è una questione di umanità. Abbiamo iniziato e speriamo di potervi accompagnare sempre". Critiche al governo da parte del sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna: "Non si fa abbastanza, non c'è una visione chiara. Eppure siamo una piattaforma al centro del Mediterraneo, e il problema delle migrazioni continua ad essere sottovalutato. La cultura degli alidi può portarci alla rovina. Continuiamo a chiedere che fa Europa, che fa questo o quello ma cosi non si va da nessuna parte". A coordinare gli interventi, Stefania Pagliazzo, psicologa e psicoterapeuta, componente del direttivo e coordinatrice dei servizi psicologici per Mediterranea Saving Humans "non solo in mare, oltre 50 gruppi sono operativi in Europa, anche in terra, come il gruppo che nasce ora a Pozzallo".