Coronavirus, la variante inglese dilaga nel Ragusano: oltre 100 casi, più penetrazione tra i giovani
Sono più di 100 i casi di contagi Covid da variante inglese accertati in provincia di Ragusa, secondo le analisi su tamponi molecolari effettuati negli ultimi giorni dal Policlinico di Catania. La facilità di diffusione della variante inglese, nel territorio ibleo, è di circa il 40 per cento superiore rispetto al virus originario e si diffonde di più nella fascia dei giovani. Da una ricognizione resa nota due giorni fa in Sicilia risultavano 32 contagi da coronavirus legati alla variante inglese. La variante di SARS-CoV-2 emersa nel Sud-Est dell’Inghilterra nel novembre 2020 è più trasmissibile rispetto ai ceppi precedenti e potrebbe portare a diverse recidive di casi di Covid-19. Lo conferma uno studio pubblicato sulla rivista Science e condotto dai ricercatori della London School of Hygiene and Tropical Medicine, che hanno elaborato una serie di modelli per verificare la trasmissione epidemiologica della variante inglese, scientificamente nota come B1.1.7 o VOC-202012/01. «Senza rigorose misure di controllo, compresa la chiusura delle strutture didattiche e una campagna vaccinale accelerata - osserva Nicholas Davies della London School of Hygiene and Tropical Medicine - il tasso di ricoveri e decessi del 2021 in Inghilterra potrebbero risultare più elevati rispetto all’anno precedente». Il team ha condotto uno studio di modellazione per verificare gli effetti e la capacità di diffusione della variante inglese, identificata in almeno 82 paesi. Gli scienziati hanno analizzato 150 mila campioni di SARS-CoV-2 sequenziati provenienti da tutto il Regno Unito. Utilizzando un modello matematico strutturato per età e regione, gli autori hanno cercato di comprendere le ragioni della prevalenza di questo ceppo. «Al 15 febbraio 2021 - sostiene l’esperto - B1.1.7 era responsabile del 95 per cento delle nuove infezioni da SARS-CoV-2 in Inghilterra. Il nostro lavoro suggerisce che VOC 202012/01 ha avuto un tasso di crescita superiore a quello di tutti delle altre 307 varianti note, con un numero di riproduzione superiore del 43-90 per cento rispetto agli altri ceppi circolanti in Inghilterra». Grazie alla modellazione i ricercatori hanno anche valutato quali interventi potrebbero essere più efficaci nel ridurre il potenziale carico della variante. «Dagli scenari valutati - continua lo scienziato - emerge l’importanza di investire maggiormente nelle campagne vaccinali e la possibilità di sospendere le attività didattiche». Tra le limitazioni del lavoro, i ricercatori considerano il numero limitato di scenari di intervento e vaccinazione esaminati. «Le nostre proiezioni indicano un’urgente necessità di valutare nuovi approcci per ridurre la trasmissione di SARS-CoV-2 - conclude Davies - è importante agire in modo deciso e tempestivo».