Sempre più difficile la gestione dei migranti che arrivano in Sicilia. In ventotto sono fuggiti dal centro di contrada Cifali, a Ragusa, dove erano stati trasferiti in 117, tra i quali 9 positivi al Covid-19. Un carabiniere nel tentativo di arginare la fuga è rimasto ferito con diversi giorni di prognosi. Lo ha riferito l’assessore alla Salute della Regione Sicilia, Ruggero Razza che in questi minuti è proprio al centro che si trova tra Ragusa e Comiso. Razza lamenta la mancanza di programmazione del Governo nazionale. «Abbiamo alzato l’asticella - ha dichiarato - stiamo accendendo i riflettori su questa vicenda e lo stiamo facendo perchè il sistema sanitario regionale e lo dico a tutti gli esponenti politici anche a quelli di Pd e 5stelle che sta effettuando scelte in questi giorni - ha detto testualmente - si sta levando la vita, medici infermieri, il personale delle Usca, laboratori analisi, pretendiamo rispetto e adesione ai protocolli sanitari». L’assessore ha poi ricordato che il centro Don Pietro è una struttura della Regione, nata come centro di ricerca nel settore agricolo. «Vogliamo che torni ad essere una struttura di ricerca come immaginata, realizzata e progettata». «L'emergenza sanitaria la stiamo affrontando come Regione, ma lo Stato faccia scelte coerenti per la gestione emergenziale e cerchiamo di rilanciare accordi di cooperazione. è dall’altro lato del Mediterraneo. Non può andarci la Regione, il presidente della Regione non può discutere accordi; lo Stato ha il dovere di farlo. Chi arriva dalla Tunisia lo fa non perchè parte da luogo di guerra, ma perchè migrante economico e magari anche perchè il governo nazionale con ennesima sanatoria ha fatto passare idea che si può passare da questa parte del Mediterraneo dato che un giorno ci sarà sanatoria», ha continuato Razza.