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Bimbi uccisi dal suv a Vittoria, i genitori scrivono a Bonafede: "No allo sconto di pena"

I due cuginetti Simone e Alessio D'Antonio

E'atteso per domani il pronunciamento del giudice per l’udienza preliminare, Ivano Infarinato, in merito all’omicidio stradale aggravato dall’alterazione psicofisica dovuta all’utilizzo di sostanze alcoliche e stupefacenti, nei confronti di Rosario Greco che guidando un suv ha travolto e ucciso i due cuginetti Simone e Alessio D’Antonio l’11 luglio del 2019.

Il procuratore capo di Ragusa ha chiesto la condanna a 10 anni di carcere. I genitori dei cuginetti, i fratelli Alessandro e Tony D’Antonio, e le loro mogli hanno inviato una lettera al ministro Alfonso Bonafede che si era recato in visita privata dai genitori dopo la tragedia. «Le scriviamo perchè non accettiamo quello che è successo a conclusione della seconda udienza che si è svolta il 19 maggio presso il Tribunale di Ragusa. In quella sede, il Pubblico ministero, partendo da una condanna a 15 anni e secondo il rito abbreviato, propone la condanna a 10 anni di reclusione».

I D’Antonio esprimono «disappunto su questo modo di operare perchè se la legge prevede la condanna massima a 18 anni, come mai a noi non è stata applicata tale procedura? E se non è in queste situazioni che tali sanzioni vengono applicate, che senso ha che la legge esista e non venga utilizzata nel suo giusto essere, con la preoccupazione che possa ottenere un ulteriore sconto della pena proposta?».

Secondo i genitori dei bimbi, non sono state aggiunte le aggravanti e lamentano che il tragico evento sia stato ricondotto «ad omicidio stradale invece di essere applicato l’articolo 7 (omicidio colposo previsto dall’articolo 589 del codice) della Procedura penale».

Una modifica della legge, secondo quanto scrivono i genitori di Alessio e Simone, sarebbe stata prospettata proprio dal ministro, nel corso della sua visita. «In quella occasione ci disse che ci sarebbero stati dei cambiamenti sulla legge in merito agli incidenti stradali e che forse saremmo rientrati nella nuova legge che avrebbe portato il nome di Alessio e Simone D’Antonio. Quale aiuto possiamo chiedere per avere una giustizia appropriata per i nostri figli?»

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