Quattro distinti gruppi criminali, che rifornivano le piazze di spaccio nei comuni di Ragusa, Marina di Ragusa, Santa Croce Camerina, Donnalucata e Vittoria, sono stati sgominati dai carabinieri. Dieci le misure cautelari emesse nei confronti di altrettante persone dal GIP del Tribunale di Ragusa su richiesta della locale Procura della Repubblica, per traffico ed allo spaccio di sostanza stupefacente. Risultano anche diversi indagati per furti ad aziende agricole del territorio ibleo. L'operazione, denominata "Country Hide", ha visto impegnati 50 Carabinieri del Comando Provinciale di Ragusa. In carcere sono finiti Raffaele Agnello, 55enne ragusano; Mesar Ruci, 44enne albanese; Cristian Masi 25enne camarinense; Jaballah Fouad, 33enne tunisino, Abdenaur Guettache, 38enne algerino; Faical Mansour, 42enne tunisino; Abderramane Ben Hassen, 41enne tunisino; Salem El Kalem, 30enne tunisino. Ai domiciliari, invece, i 26enni albanesi Francescko Liko e Artur Liko. I provvedimenti restrittivi sono il risultato di un’indagine condotta dai Carabinieri della Compagnia di Ragusa – Sezione Operativa – che ha consentito di accertare come gli indagati, di nazionalità italiana, albanese, tunisina ed algerina, rifornivano le piazze di spaccio nei comuni sopramenzionati, smerciando marijuana, hashish, cocaina ed eroina. Numerosi gli arresti e i sequestri di stupefacente già effettuati nel corso delle investigazioni, durante le quali si è proceduto anche al sequestro preventivo di una villetta di proprietà di uno dei principali indagati. Sin dai primi accertamenti sono stati individuati i luoghi principali in cui si concretizzavano lo smercio di sostanze stupefacenti ed i furti nelle serre ovvero la campagna, lontana dai centri abitati, a bassa densità di popolazione e dunque abitata per lo più da qualche comunità rurale e quindi di difficile accesso da parte dei comuni mezzi di trasporto. Da una parte vi era l’abitazione di Raffaele Agnello, in Contrada Monsovile nel tratto tra Marina di Ragusa e Ragusa; l’altra area si addossava sui comprensori intorno alle zone frequentate da Mesar Ruci e dai suoi connazionali Enea e Francesko Liko, sia in via Tolstoj di Santa Croce Camerina che nell’abitazione in Contrada Petraro nei pressi dei quali sono stati messi a segno diversi furti nelle aziende agricole; la terza area, utilizzata da Abdenaur Guettache, insieme ai connazionali Faical Mansour, Abderrahmane Ben Hassen e Salem El Kalem a ridosso delle vie di accesso al Comune di Santa Croce Camerina, precisamente SP 36 che consentiva da un lato, di mantenere la base operativa in una zona prettamente rurale dall’altro, permetteva agli acquirenti provenienti a volte anche da Province limitrofe, di individuare facilmente il luogo di smercio. L'ultima area era in zone urbane di volta in volta indicate dallo spacciatore Fouad Jaballah, che operava nel Comune di Vittoria. L’attività d’indagine ha consentito di accertare numerosissimi episodi di spaccio, per lo più avvenuti nelle zone rurali ma talvolta anche nel centro abitato. I contatti tra gli acquirenti e gli spacciatori avvenivano spesso attraverso un incontro diretto e l’acquirente dunque si recava direttamente presso i predetti luoghi di smercio per avanzare la richiesta di stupefacente ed ottenerlo immediatamente. Altre volte invece, per i “clienti di fiducia”, era lo spacciatore ad effettuare la consegna “a domicilio”. I carabinieri hanno ricostruito la rete criminale e le strategie utilizzate, hanno sequestrato ingenti quantitativi di stupefacente, arrestato diversi soggetti in flagranza di reato, e segnalato alla Prefettura molti giovani acquirenti per l’uso personale. Già nel novembre del 2018 sono stati recuperati circa 850 grammi di marijuana in possesso a Masi, pronti per essere immessi sul mercato. In altre occasioni, invece, venivano recuperate le diverse dosi di “eroina” poco prima spacciate dai soggetti di nazionalità tunisina, sia nel Comune di Santa Croce Camerina che di Vittoria. Lo scorso 9 febbraio sono stati arrestati i coniugi Agnello poiché, all’interno della villetta di proprietà contraddistinta da un ampio giardino che la circoscriveva sia nella parte antistante l’ingresso che sul retro dove era situata una grande piscina e una grande estensione di terreno, sono stati trovati disseminati in nascondigli insospettabili 103 grammi di cocaina, 3 chili di hashish e 2 chili di marijuana. Inoltre, è stata trovata un’importante somma di denaro, 6.675 euro, la cui provenienza è apparsa sin da subito ingiustificata e quindi sequestrata in quanto ritenuta provento dell’attività illecita di spaccio di stupefacenti atteso che i coniugi non esercitavano alcuna attività lavorativa. Accertamenti patrimoniali hanno consentito di comprovare la sproporzione tra la capacità reddituale dell’indagato e le sue possidenze patrimoniali e, in particolare, all’immobile suddetto che non trova giustificazione alcuna se non in una illecita accumulazione di risorse economiche derivante dall’attività delittuosa. Infatti, la villetta a due piani si presenta, come accertato in quell’occasione, completamente ristrutturata, con annessa veranda, ampio giardino con fontana, terreno agricolo e provvista di un’ampia piscina, tutte condizioni certamente incompatibili con la capacità reddituale espressa dall’indagato e dal suo nucleo familiare. Per tali motivi la villetta, a seguito dell’odierna operazione, è stata sottoposta a sequestro preventivo. Per quanto riguarda i furti, le diverse primizie sottratte sono state in un primo momento accatastate presso le serre in uso agli indagati, così da poterne giustificare la presenza in caso di controllo; in un secondo momento venivano trasportate presso il mercato ortofrutticolo di Santa Croce Camerina, al fine di essere venduta all’interno dei box usando l’accortezza di non emettere fattura e di procedere al pagamento in contante.