Una famiglia di Comiso dal 23 settembre rimarrà senza casa. La loro abitazione è stata acquistata all’asta a maggio, una procedura esecutiva regolare. L’acquirente è un religioso, un pastore evangelico che avrebbe prima manifestato la disponibilità a rivendere la casa allo stesso prezzo di acquisto - entro una settimana - ai proprietari, ma poi avrebbe cambiato idea. In quella casa abitano due nuclei famigliari: due anziani e tra loro il capofamiglia gravemente invalido, e una delle figlie che ha una bambina di sei anni. La comunità nel frattempo si muove: si muove la Chiesa, il tessuto sociale, le banche, e la famiglia trova i soldi per ricomprare la casa. Il pastore però non intende più cederla e in campo scende anche la chiesa metodista di Scicli che manifesta solidarietà alla famiglia e chiede al religioso di tornare sui suoi passi e di «seguire il Signore degli ultimi». Da una parte le procedure, dall’altra la solidarietà. Nel mezzo una famiglia che stando alle dichiarazioni del loro legale ha provato in ogni modo a bloccare le procedure di messa all’asta del bene cercando accordi con il creditore, con la banca, e che non ha potuto partecipare all’asta perchè in quel momento non aveva la disponibilità dei soldi e che era in attesa (e lo è ancora) delle pensioni di invalidità ed accompagnamento del capofamiglia che sperava in questo modo di ripianare il debito contratto. «All’inizio di agosto, grazie al sostegno della Diocesi di Ragusa, alla disponibilità di vari enti, associazioni e istituti bancari, abbiamo potuto avere la disponibilità della somma che poteva permetterci il riacquisto della casa. Ma, a quel punto, l’acquirente ha preferito fare una scelta diversa, asserendo che il tempo trascorso (poco più di due mesi) era stato troppo lungo rispetto alle sue esigenze». Ora i tempi stringono, il 23 settembre le famiglie dovranno abbandonare la casa e decidono di rendere pubblica la situazione. «Se il pastore desisterà dal suo intento e tornerà sui passi della sua disponibilità di consentire il riacquisto della casa da parte di un nostro familiare, avrà la nostra infinita gratitudine, ma sopra tutto, la benedizione di Dio per questo gesto buono». Il legale del pastore, l’avvocato Nunziata Stracquadaneo sostiene che, a questo punto, si tratta di un accanimento: «Ci saranno azioni legali che faranno il loro corso e la Procura verificherà se ci sono termini di reato perchè è stato oltrepassato il limite. Telefonate, richieste di incontri, quasi ad obbligare il mio cliente a vendere il bene acquistato. Ci sono dei confini che non si possono oltrepassare. Siamo arrivati alla denigrazione». (AGI)