La cooperativa sociale Proxima, che gestisce i progetti antitratta e lo sfruttamento di essere umani, del dipartimento Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, ha avviato a Ragusa il laboratorio di sartoria sociale. "Lo abbiamo inserito - dice la presidente Ivana Tumino - nei nostri programmi di protezione rivolti alle vittime di tratta e di grave sfruttamento lavorativo e sessuale. L'obiettivo è quello di dare vita ad un processo di crescita di gruppo ed individuale per incentivare l'integrazione e la coesione sociale dei beneficiari del progetto". La Sartoria sociale, tra l'altro, rappresenta per gli ospiti un luogo di confronto, di apprendimento costante, di produzione, di formazione e di scambio continuo di esperienze. "Attraverso il riciclo tessile e grazie alla presenza di una sarta specializzata - dice Letizia Blandino che si occupa della gestione della sartoria - si trasformano quelle che sono le loro competenze sartoriali in un'opportunità di lavoro e di riscatto sociale. Una delle tecniche utilizzate è quella del patchwork, grazie a cui, cucendo diverse parti di tessuto, si ottengono creazioni uniche che spaziano da oggetti per la persona a quelli per la casa". Il "lavoro con le pezze" è stato scelto perché appoggia una filosofia vicina ai propositi della cooperativa sociale Proxima: si basa sulla condivisione, sul lavoro di gruppo e ancora sul riutilizzo e sul riciclo di tessuti.