«Tantissimi casi di scabbia, donne denutrite, molte persone disidratate. Non è un quadro clinico idilliaco ma neanche drammatico», afferma Khosrow Mansour Sohani, il medico dell’hot spot di Pozzallo che ha visitato i migranti appena arrivati. Sohani è un medico di origini egiziane, da anni ormai in Italia, si è laureato in Medicina a Catania e ha sposato una farmarcista di Vittoria. Ha lavorato tutta la notte e solo intorno alle 9 ha lasciato Pozzallo per recarsi a Ragusa dove ha il suo ambulatorio al Centro Polifunzionale di via Colajanni, una struttura di sostegno ed ausilio per i migranti realizzata dal ministero dell’Interno in collaborazione col Comune di Ragusa. «Ho lavorato tutta la notte - dice il medico - perché nel centro sono arrivati i migranti a singhiozzo provenienti dalle due navi. Prima in tarda serata le donne e i bambini della nave Monte Sperone, poi gli uomini della Protector e infine gli uomini della nave della Gdf. Non c'è stato un attimo di pausa ma abbiamo affrontato bene l’emergenza».