Una nave cargo, la Alexander Maersk, battente bandiera danese, con a bordo più di 110 migranti soccorsi nel Mediterraneo, è da ieri davanti al porto di Pozzallo. Secondo quanto si è appreso la nave è stata rifornita di viveri e di beni di prima necessità in attesa di ricevere l'autorizzazione a entrare nel porto. Intanto, una motovedetta della Guardia costiera con a bordo il medico marittimo Vincenzo Morello ha raggiunto il cargo e ha prelevato una donna del Sudan all’ottavo mese di gravidanza insieme alla figlia di pochi anni, nonché una bimba di 8 anni disidratata accompagnata dalla mamma e da un’altra figlia. Non sono segnalate altre emergenze sanitarie sulla nave.
I migranti sulla Maersk, tutti su un gommone in difficoltà, sarebbero stati soccorsi con l'aiuto di personale della nave Lifeline. Lo rende noto sui social network la stessa Ong, postando anche un foto dell'operazione. "Nel bel mezzo della notte - si legge sulla pagina Twitter di Mission Lifeline - abbiamo ricevuto un messaggio radio: gommone in pericolo. Non lontano da noi. Abbiamo offerto il nostro supporto ad Alexander Maersk, una grande nave portacontainer non effettivamente preparata per effettuare un salvataggio. Accettano per fortuna la nostra offerta. Ora siamo sul posto e il nostro equipaggio Rhib sta assistendo le persone mentre salgono a bordo su una scala di maglia da 5 metri".
Secondo Lifeline i migranti che sono a bordo della Maersk davanti al porto di Pozzallo sono stati almeno per 30 ore a bordo del gommone con il quale sono partiti dalla Libia.
"In questo momento le navi di due Ong sono nel Mediterraneo, in attesa di caricare immigrati. Le navi di altre tre Ong sono ferme in porti Maltesi. Che strano". Così Salvini su Fb. "La Lifeline, infine, nave fuorilegge con 239 immigrati, è in acque maltesi. Tutto questo per dirvi che il ministro lo farò insieme a voi, condividendo tutte le informazioni che sarà possibile e per ribadire che queste navi si possono scordare di raggiungere l'Italia: voglio stroncare gli affari di scafisti e mafiosi!".
Nel messaggio postato su Fb, il ministro dell'Interno e leader della Lega precisa che le due navi delle due Organizzazioni non governative nel Mediterraneo sono la Open Arms, battente bandiera spagnola e Aquarius, con bandiera di Gibilterra, mentre le navi delle altre tre Ong sono Astral (bandiera Gran Bretagna), Sea Watch e Seefuchs, battenti bandiere olandesi. Il messaggio si conclude con un augurio: "Buon sabato amici, vi voglio bene".
Un altro caso, dunque, dopo la vicenda Aquarius prima e la Lifeline dopo, con oltre duecento migranti a bordo. Il governo maltese, sordo alle richieste di quello italiano affinché "apra i porti", si tira fuori e fa da sponda in un triangolo con Spagna e Francia in allerta. Ma stavolta il capolinea del viaggio dei circa 239 migranti potrebbe essere un porto italiano.
Non sarà comunque un'accoglienza facile. Matteo Salvini e il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, che parlano di "nave fuorilegge", hanno ribadito il sequestro dell'imbarcazione se dovesse approdare in Italia. Un'ipotesi, quest'ultima, che con il passare delle ore sembra sempre più probabile. Nonostante la capitaneria di porto italiana abbia chiesto ufficialmente a Malta di far attraccare la Lifeline, il governo isolano non sembra essere disposto ad ascoltare e in un primo momento ha anche negato alcun contatto con Roma.
E anche se l'odissea per gli oltre duecento migranti potrebbe avere un esito nelle prossime ore, la bufera di polemiche non accenna schiarite. Al centro della questione resterebbe la legittimità dell'operato della Lifeline, dal punto di vista del governo italiano.
"L'Italia non può sequestrare una nave in acque maltesi. Tanto più se la nave attraccherà in un porto di Malta, in quel caso la giurisdizione sarebbe maltese.
Altro è se si trovasse in acque internazionali, la ong sarebbe soggetta all'inchiesta di bandiera di ogni nave da guerra". Lo afferma il capitano Gregorio De Falco, senatore M5S, in un'intervista al Fatto Quotidiano.
"Una nave da guerra riceve il saluto dalla mercantile che mostra la propria bandiera. Se ci sono fondati motivi per ritenere che non sia genuino il collegamento fra nave e bandiera esposta, la nave da guerra può avviare una inchiesta", spiega De Falco. "Stessa cosa se l'incontro avvenisse in acque internazionali ma in zona sottoposta all'autorità maltese per il soccorso e ricerche".
"Il fermo o il dirottamento della nave in un porto possono essere misure strumentali per approfondire l'indagine. Da quanto mi risulta il numero Imo e l'Mmsi della Lifeline, quello che ogni nave possiede, riporta ai registri olandesi", prosegue De Falco. Sulla smentita dell'Olanda, "può trattarsi di un errore, o che questa tipo di imbarcazione non sia da iscriversi nei registri, per dimensioni o destinazione d'uso. Da quello che mi risulta non si tratta di una nave 'pirata' ma di una nave che batte bandiera olandese noleggiata da una Ong".
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